Franco Ragusa
"Medici, polizia, famiglie, tutti sono d'accordo con noi. Gli unici contrari sono quelli del SILB che hanno ingaggiato una lotta furibonda. Evidentemente alcuni di loro difendono un giro di spaccio di droga. Vogliono continuare a smerciare pasticche, sennò non si spiega."
Per il caso in esame si è come sempre espressa la "Giunta per le autorizzazioni" che, all'unanimità, ha proposto alla Camera di deliberare nel senso che i fatti oggetto del procedimento concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni, quindi insindacabili.
All'unanimità, tranne l'isolata e fortemente criticata presa di posizione del Deputato Buontempo di Alleanza Nazionale, anche tutti i gruppi intervenuti nella seduta del 7 febbraio, compresa Alleanza Nazionale, hanno fatto dichiarazioni di voto favorevoli alla proposta della Giunta.
Le approfondite dichiarazioni di voto (vedi allegato alla fine), probabilmente sollecitate dall'intervento dell'On. Buontempo, pur con leggeri distinguo hanno per la gran parte finito con il concordare sulla necessità d'interpretare la norma costituzionale senza entrare nel merito delle dichiarazioni fatte a suo tempo dall'On. Giovanardi.
"Il compito della Giunta per le autorizzazioni, prima, e di questa Assemblea, poi," come ha sostanzialmente sintetizzato per tutti l'On. Paniz "è solo quello di valutare se le frasi pronunciate da uno dei membri del Parlamento costituiscano o no attività parlamentare tipica."
Tra i distinguo quello dell'On. Giachetti circa la difficoltà a non entrare nel merito (Dobbiamo farlo, certamente, perché è questo il nostro compito) e la necessità, però, di "riflettere, pacatamente e senza alcuna urgenza, sulla natura stessa di questo istituto e anche sul modo in cui è percepito al di fuori di questa Assemblea. Infatti, si ha la sensazione che ciascuno di noi, sotto la coperta dell'esercizio del mandato, possa dire tranquillamente qualunque cosa gli passi per la mente senza mai avere un'occasione nella quale rispondere di quanto afferma."
Partendo, quindi, dall'ovvia constatazione fatta dall'On. Giachetti, che in un certo qual senso raccoglie le considerazioni svolte dall'On. Buontempo, la domanda che inevitabilmente viene da porsi, dal lato di chi è all'esterno del "Palazzo", è:
"se e come l'Istituto dell'insindacabilità può essere applicato senza tenere conto del merito, del possibile contenuto, cioè, delle dichiarazioni oggetto dei procedimenti giudiziari?"
Ovviamente, nessuno si aspetta e chiede che sia il Parlamento a giudicare dell'eventuale contenuto diffamatorio delle dichiarazioni rilasciate dai parlamentari. Non è nella competenza del Parlamento e non è logico che lo sia o che lo diventi. Ciò che però è logicamente incomprensibile, è il motivo per il quale in presenza di eventuale contenuto diffamatorio, sollevato da un giudizio in corso, il singolo parlamentare non debba essere chiamato a rispondere così come ciò avverrebbe per qualsiasi cittadino.
Ma al di là di queste semplici considerazioni che dovrebbero stimolare nel Parlamento un interesse maggiore al fine di dare risposte più comprensibili e adeguate alle aspettative dei comuni mortali, ciò che sconcerta, nella tesi che il Parlamento non deve entrare nel merito delle dichiarazioni, è il totale disinteresse riguardo ai possibili sviluppi in conseguenza delle deliberazioni a favore dell'insindacabilità.
In proposito è infatti d'obbligo ricordare come le deliberazioni delle Camere possono essere oggetto di "Conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato" innanzi alla Corte Costituzionale.
Certamente, anche alla Corte Costituzionale non spetta esprimere giudizi circa il contenuto, essendo il compito della Corte limitato alla sola individuazione del corretto esercizio delle proprie competenze da parte dei singoli poteri.
Ma andando a vedere l'operato della Corte, appare sin troppo chiaramente come questa, al fine di stabilire se il Parlamento si sia appropriato o no di un'attribuzione del potere giudiziario, svolga un'approfondita analisi del contenuto, o quanto meno del contesto, delle dichiarazioni del Parlamentare.
E non potrebbe essere altrimenti, a meno che non si guardi alla Corte come ad un qualcosa di paranormale.
Come stabilire, ad esempio, che la dichiarazione del parlamentare rilasciata a un giornale può essere qualificata come divulgativa all'esterno di attività parlamentare (il nesso funzionale che interessa alla Corte per l'attività svolta al di fuori dei lavori parlamentari), senza entrare nel merito delle dichiarazioni e l'attività svolta in Parlamento?
Vi è cioè un obbligo d'indagine ineludibile al quale neanche la Corte Costituzionale può sottrarsi e rispetto al quale il Parlamento non dovrebbe far altro, nell'attuale regime di regole, che prenderne atto al fine di agire in maniera conforme, come per il caso Giovanardi in esame, con la "costante giurisprudenza della Corte (Corte Cost.) secondo cui il nesso funzionale tra la dichiarazione resa extra moenia da un parlamentare e l'espletamento delle sue funzioni di membro del Parlamento esiste se ed in quanto la dichiarazione possa essere qualificata come divulgativa all'esterno di attività parlamentare, ossia se ed in quanto esista una sostanziale corrispondenza di significato con opinioni già espresse o contestualmente espresse, nell'esercizio di funzioni parlamentari, non essendo sufficiente una mera comunanza di argomenti" (Sentenza N. 28 2005, Corte Costituzionale; ed altre).
Entrando quindi nel merito delle dichiarazioni dell'On. Giovanardi, il primo dato che qui interessa analizzare è che si è in presenza, appunto, di una dichiarazione ai giornali e che si deve quindi dimostrare il nesso funzionale con l'attività svolta dal Deputato Giovanardi, non dal Ministro Giovanardi, in Parlamento.
Aspetto non secondario, infatti: al tempo delle dichiarazioni oggetto del procedimento l'On. Giovanardi era Ministro per i rapporti con il Parlamento.
Da qui una prima considerazione: l'Art. 68 Cost non riguarda i membri del Governo in quanto tali, ma solo i membri delle Camere. Per la Costituzione l'attività governativa è da considerare diversa, sotto il profilo delle protezioni, da quella parlamentare.
In ipotesi, quindi, se il Ministro Giovanardi non fosse stato Deputato non avrebbe potuto sottrarsi al procedimento giudiziario.
Nulla di più normale in un sistema parlamentare quale è quello previsto da un impianto costituzionale classico basato sulla separazione dei poteri. E per quante favole aleggino intorno al mito del voto per il Governo, gli elettori italiani ancora eleggono un Parlamento che non solo dà la fiducia al Governo, ma ne dovrebbe controllare l'azione.
Azione di controllo che, come nel caso in esame, viene però spesso trasformata nel suo esatto contrario: anziché consentire che i membri del Governo possano essere sottoposti alle forme di controllo previste dalla legge, per cui anche un Ministro potrebbe e dovrebbe essere chiamato in causa per eventuali dichiarazioni diffamatorie, il Parlamento non si fa vergogna di offrire il proprio scudo laddove il membro del Governo sia anche parlamentare.
La specifica attività di Governo, quindi, portata avanti con mezzi discutibili al fine di ottenere il favore dell'opinione pubblica (la dichiarazione del Ministro Giovanardi può essere appunto letta come il tentativo di screditare, facendo uso di accuse non dimostrate, chi manifestava contrarietà ai provvedimenti del Governo) che può godere di facile impunità grazie proprio all'intervento dell'organo costituzionale che più di ogni altro dovrebbe attivarsi per garantire la correttezza dell'azione di Governo.
Chi scrive ora non sa se ai tempi del decreto sulla chiusura anticipata delle discoteche il Deputato Giovanardi abbia precedentemente svolto o no medesime considerazioni nell'ambito della specifica attività di parlamentare, per cui si potrebbe in ogni caso invocare l'ennesimo cavillo di un Istituto, quello dell'insindacabilità, pensato per fini più nobili ma sempre più utilizzato per garantire ai parlamentari qualsiasi licenza.
Di sicuro, però, di ciò non vi è traccia nella seduta del 7 febbraio 2007. E in tal senso, alla luce delle sentenze della Consulta sempre ricche di riferimenti, come giudicare la superficialità delle informazioni sulle quali i parlamentari hanno deliberato?
Anche la lettura del Doc. IV-ter, n. 4-A (allegato alla fine) sul quale si è votato, infatti, non è in grado di dissipare l'impressione che tutto il percorso parlamentare si sia svolto, sin dall'inizio, con eccessiva leggerezza.
In primo luogo il Doc. IV-ter, n. 4-A è a dir poco vago laddove non chiarisce a quale titolo l'On. Giovanardi partecipò alle sole due sedute parlamentari citate: se in qualità di parlamentare o se di membro del Governo. Come su ricordato, si tratta di due attribuzioni con diversa protezione costituzionale ed è sin troppo evidente come nessuna considerazione sia stata svolta riguardo ad un comportamento che andava analizzato tenendo conto che l'art. 68 si applica ai membri del Parlamento e non anche ai membri del Governo.
In secondo luogo, le due brevi citazioni attribuite all'allora Ministro non fanno alcun riferimento, diretto o indiretto, ad un interesse specifico dei gestori delle discoteche, o anche solo di alcuni di essi, legato al traffico di stupefacenti, venendo così meno la "sostanziale corrispondenza di significato" tra le dichiarazioni in oggetto e le"opinioni già espresse o contestualmente espresse, nell'esercizio di funzioni parlamentari, non essendo sufficiente una mera comunanza di argomenti", secondo quella che appunto è la costante giurisprudenza della Corte Costituzionale qui ricordata.
Camera dei Deputati - Seduta del 7 febbraio 2007
PRESIDENTE. Passiamo alla discussione del seguente documento: PIERLUIGI MANTINI, Relatore. (L'Ulivo) Signor Presidente, onorevoli colleghi, il caso in esame riguarda un procedimento civile a carico del deputato Carlo Giovanardi in forza di un atto di citazione da parte del SILB, il sindacato imprenditori locali da ballo. PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. TEODORO BUONTEMPO. (Alleanza Nazionale) Onorevole Presidente, non c'è dubbio che la questione degli orari delle discoteche sia stata oggetto di dibattito parlamentare, anche in più occasioni, ma in questo caso non si contesta all'onorevole Giovanardi la legittimità e la libertà di avere opinioni circa gli orari di apertura, di chiusura o di nuovo regolamento per quanto attiene alle discoteche e ai locali di divertimento. In questo caso, all'onorevole Giovanardi si contesta un'altra cosa, ossia l'avere affermato, ad un certo punto, riferendosi ad una parte degli esponenti di questo sindacato: «difendono un giro di spaccio di droga e vogliono continuare a smerciare pasticche, sennò non si spiega». Allora, non è in discussione la libertà dell'onorevole Giovanardi di non essere d'accordo e di sostenere, come lui ha fatto, alcune tesi diverse da quelle di questo sindacato, ma questo senso di intolleranza che non può essere consentito nell'attività parlamentare; né tanto meno si può fare rientrare nelle prerogative dell'articolo 68 della Costituzione la possibilità di rivolgere un'accusa non dimostrata contro persone che, comunque, se corrispondessero all'identikit dato dall'onorevole Giovanardi, non dovrebbero più avere la licenza per tenere le discoteche aperte. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà. ELIAS VACCA. (Partito dei Comunisti Italiani) Signor Presidente, onorevoli colleghi, devo premettere a questo intervento - non lo avrei fatto se non avessi udito quello precedente - che, da quando ho iniziato la mia attività nella Giunta per le autorizzazioni - il presidente Giovanardi, che è interessato al procedimento, ne può essere buon testimone -, se c'è una persona in quest'aula che ha programmi e valori diversi da quelli che io propugno, probabilmente è proprio il presidente Giovanardi. ANTONIO LEONE. (Forza Italia) Bravo, Vacca! PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antonio Pepe. Ne ha facoltà. ANTONIO PEPE. (Alleanza Nazionale) Signor Presidente, voglio solo precisare all'Assemblea che l'intervento dell'onorevole Buontempo è da intendersi, evidentemente, a titolo personale, perché il gruppo di Alleanza Nazionale voterà per l'insindacabilità delle espressioni dall'onorevole Giovanardi, in coerenza con la posizione assunta nell'ambito della Giunta per le autorizzazioni. TEODORO BUONTEMPO. Lo sappiamo che siete in ginocchio davanti a tutti! Ma non vi vergognate? ANTONIO PEPE. Ricordo che quella sulle discoteche è stata una battaglia politica alla quale l'onorevole Giovanardi si è dedicato in modo particolare. L'intervista in oggetto non fa altro che divulgare un pensiero politico manifestato in Parlamento e, quindi, vi è anche un nesso funzionale tra quanto si evince dall'articolo pubblicato sul giornale e quanto espresso in quest'aula dall'onorevole Giovanardi. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paniz. Ne ha facoltà. MAURIZIO PANIZ. (Forza Italia) Signor Presidente, la tesi espressa dall'onorevole Buontempo è veramente singolare. Il compito della Giunta per le autorizzazioni, prima, e di questa Assemblea, poi, è solo quello di valutare se le frasi pronunciate da uno dei membri del Parlamento costituiscano o no attività parlamentare tipica. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mellano. Ne ha facoltà. BRUNO MELLANO. (La Rosa nel pugno) Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per denunciare un disagio personale. Sono un deputato alla prima legislatura, sono in carica da pochi mesi e per la prima volta mi trovo a votare questa raffica di documenti importanti e delicati che rientrano nell'attività tipica del Parlamento e sono giustamente all'attenzione dell'opinione pubblica e dei giornalisti, configurandosi come una difesa propria del Parlamento che è vista dall'esterno come un privilegio. Intervengo, quindi, per denunciare il mio disagio personale, il disagio di un deputato che si trova, in Assemblea, a votare su documenti il cui iter non ha potuto evidentemente seguire, non facendo parte della Giunta che se ne è occupata, e che non può non riscontrare, però, una discrasia fra l'atteggiamento precedentemente assunto rispetto al caso di Vittorio Sgarbi e quello che attualmente riguarda un'altra situazione personale. ROBERTO GIACHETTI. (L'Ulivo) Signor Presidente, credo che la discussione che si è svolta su questo documento sia utile, non soltanto perché ci aiuta a recuperare - come affermava il collega Mellano - il metodo che noi dobbiamo utilizzare nella analisi di queste situazioni. Dico subito che voterò a favore della proposta della Giunta per le autorizzazioni ma - lo dico al collega Mellano - non è semplice, nel momento in cui dobbiamo decidere, chiudere gli occhi completamente sul merito. Dobbiamo farlo, certamente, perché è questo il nostro compito. L'idea che vorrei trasmettere a tutti i colleghi è che forse sarebbe utile riflettere, pacatamente e senza alcuna urgenza, sulla natura stessa di questo istituto e anche sul modo in cui è percepito al di fuori di questa Assemblea. Infatti, si ha la sensazione che ciascuno di noi, sotto la coperta dell'esercizio del mandato, possa dire tranquillamente qualunque cosa gli passi per la mente senza mai avere un'occasione nella quale rispondere di quanto afferma. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà. FEDERICO PALOMBA. (Italia dei valori) Signor Presidente, è noto a tutti che sono fra i più critici e fra i più attenti ad evitare che la prerogativa debordi in privilegio e che i singoli parlamentari possano diventare una casta autoreferenziale che si difende anche a costo di mettere a rischio i diritti dei cittadini. Vorrei riaffermare questo punto in premessa così come il fatto che sostengo l'insindacabilità del comportamento del collega Carlo Giovanardi, il quale ha avuto il coraggio di sfidare una lobby fortissima, un potere forte fra i tanti che in Italia fanno ciò che credono, ritenendo di essere sciolti dal dovere di rispettare le regole, comprese quelle morali. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà. DANIELE FARINA. (Rifondazione Comunista - Sinistra Europea) Vorrei fare presente ai colleghi che su sollecitazione della Presidenza della Camera la Giunta per le autorizzazioni è stata investita della necessità di un approfondimento che riguarda proprio i criteri di applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione. È una riflessione in corso e - immagino - di questa riflessione verrà investita l'Assemblea non appena si giungerà a qualche risultato, ammesso che - ne sono convinto - qualche risultato si ottenga. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà. MATTEO BRIGANDÌ. (Lega Nord Padania) Signor Presidente, intervengo perché ritengo necessario fissare alcuni punti indefettibili. Anzitutto, trattiamo non di un privilegio del singolo parlamentare, ma di una prerogativa del Parlamento nel suo insieme. Pertanto, non è corretto dichiarare che si tutela Sgarbi perché Sgarbi non ha alcun diritto, come persona fisica, di essere o meno tutelato in tal senso. Nel momento in cui dichiariamo l'insindacabilità, noi facciamo valere una prerogativa a garanzia del Parlamento, non del parlamentare. Quindi, non vi è alcun privilegio. PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
Passiamo ai voti. Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta della Giunta di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento di cui al Doc. IV-quater, n. 4-A concernono opinioni espresse dal deputato Giovanardi nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
(È approvata).
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Doc. IV-ter, n. 4-A
Onorevoli Colleghi! La Giunta riferisce su una richiesta di deliberazione in materia d'insindacabilità parlamentare ex articolo 68, primo comma, della Costituzione, presentata alla Camera dei deputati dal giudice del tribunale di Milano, nell'ambito di un procedimento civile (atto di citazione del SILB-Sindacato imprenditori locali da ballo) a carico del deputato Carlo Giovanardi. I fatti ed i comportamenti oggetto del procedimento in discussione consistono in alcune frasi riportate in un articolo a firma di Giovanna Cavalli apparso sul Corriere della Sera del 19 aprile 2004, sul provvedimento relativo agli orari di chiusura delle discoteche. Per come risulta dall'atto di citazione e dallo stesso articolo, il deputato Giovanardi avrebbe detto, tra l'altro: «Medici, polizia, famiglie, tutti sono d'accordo con noi. Gli unici contrari sono quelli del SILB che hanno ingaggiato una lotta furibonda. Evidentemente alcuni di loro difendono un giro di spaccio di droga. Vogliono continuare a smerciare pasticche, sennò non si spiega». La Giunta ha esaminato la questione nella seduta del 18 ottobre 2006 nel corso della quale si è svolto un ampio dibattito sui fatti oggetto del procedimento. I membri intervenuti hanno tutti ben compreso le ragioni delle doglianze del SILB. Addirittura un componente ha espresso umana solidarietà nei riguardi dei gestori di discoteche, dissentendo nel merito dalle affermazioni del collega Giovanardi. Tuttavia a tutti i presenti è parso evidente il collegamento e la contestualità temporale dell'intervista con un tema parlamentare di stringente attualità, consistito nel disegno di legge governativo C. 566 in tema di orari di chiusura delle discoteche. Su tale argomento, trattato nell'Assemblea della Camera dei deputati tra il 22 marzo e il 20 aprile 2004, il Governo allora in carica era rappresentato proprio da Carlo Giovanardi, nella sua doppia qualità di ministro dei rapporti con il Parlamento e di membro della Camera stessa. In tutti gli interventi l'onorevole Giovanardi ha insistito sul problema degli interessi economici dei gestori di discoteche che in qualche misura avrebbero subìto un danno dal provvedimento e che quindi si opponevano all'adozione dello stesso. Si prenda ad esempio la frase pronunciata il 22 marzo 2004 (riportata nel Resoconto stenografico della stessa data, pagina 67): «Vorrei osservare che dalle 4 alle 5 del mattino, per una questione normalissima e fisiologica [...] in quegli orari chiunque esercita un'attività anche se sedentaria, subisce un crollo psicofisico. Se si mettono insieme una serie di fattori quali la mancanza di sonno, la stanchezza, l'alcool e talvolta l'impasticcamento si creano quelle condizioni che fanno sviluppare tale tipo di fenomeno. [...] L'onorevole Grillini ricordava il SILB, l'associazione dei gestori di discoteche, gli interessi legati alla notte, il dato economico, gli affari, i soldi cui - effettivamente - alludeva il gesto da me effettuato dianzi. Soldi, soldi certo sono importanti, ci mancherebbe altro! Business is business: gli affari sono affari. Ma noi riteniamo sussistano anche altri valori"» E ancora il 6 aprile 2004, in sede di parere sugli emendamenti all'articolo 1 del provvedimento, affermò: «Mi colpisce il fatto che tutti i medici interpellati per il tramite delle loro associazioni abbiano indicato in una patologia rappresentata da un mix di sonno, stanchezza, abuso di alcool e impasticcamento il killer che determina alle 5 del mattino il picco di otto morti ogni cento incidenti» (pagina 37). In buona sostanza, è agevole sostenere che l'intervista in questione sia stata proprio la divulgazione esterna di un atto tipico del mandato parlamentare atta a stabilire il nesso funzionale che la giurisprudenza della Corte costituzionale ritiene necessario per l'applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione: v. al riguardo le sentenze n. 10 e n. 11 del 2000, la n. 120 del 2004 e, proprio da ultimo, le n. 331 e n. 335 del 2006. Questo elemento assorbe ogni altra considerazione relativa al carattere paradossale e alla natura ipotetica dell'espressione adoperata dal deputato Giovanardi e che non appare idonea ad attribuire fatti specifici a soggetti ben determinati. Per questi motivi, all'unanimità, la Giunta propone di deliberare che i fatti oggetto del procedimento concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni. Pierluigi MANTINI, relatore
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