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Purtroppo, di nuovo in evidenza: Stop Racism
Cosa c'è di anomalo nel ribadire che le scelte sul come gestire il bilancio pubblico sono una prerogativa della politica e, quindi, della maggioranza di Governo e del Parlamento che infine le approverà?
Decisamente nulla e ci mancherebbe che così non fosse.
Gli elettori non votano per un amministratore di condominio, bensì per dei rappresentanti che facciano scelte politiche.
Fatta l'ovvia premessa, la cronaca di queste ultime ore.  

In questi giorni abbiamo una maggioranza di Governo che prima attraverso la voce "registrata" del portavoce Casalino, poi per bocca dei tre esponenti di punta, sta continuamente inviando un messaggio al Paese: i burocrati contabili del MEF stanno remando contro il Governo del cambiamento.
Più o meno gli stessi rilievi che giorni prima erano stati rivolti da Di Maio al Ministro Tria: "un ministro serio i soldi li deve trovare".
Tutto questo perché pare non si riescano a trovare i 10-20 miliardi di euro necessari per mantenere, peraltro solo parzialmente, le promesse elettorali di Lega e 5Stelle.
In effetti, ricordando la campagna elettorale, c'è stato chi ha sostenuto che aveva ben chiaro sul come reperire non 10, non 20, ma ben 70 miliardi di euro (https://www.ilblogdellestelle.it/2018/01/le_coperture_del_programma_del_movimento_5_stelle_.html).
Al che, però, la domanda sorge spontanea: se la politica sapeva e sa come reperire ben 70 miliardi di euro, come e perché tutta questa fatica nel cominciare ad utilizzarne un pochino?
L'impressione che si ricava, al netto delle iniziative sui costi della politica, molto efficaci per scaldare il cuore dei tifosi, ma molto povere in termini di risorse effettivamente recuperabili, è che il Governo non abbia idea sul come trovare i miliardi tanto decantati e che stia viaggiando a vista.
Ed è proprio il risultato di questa incapacità che sta paradossalmente determinando un ruolo di primo piano proprio per i burocrati del MEF.
Io Politica ti dico che ho bisogno di 10-20 miliardi di euro, a te contabile, però, dato che ho scoperto di non essere in grado di farlo senza toccare i diversi interessi sensibili di chi ha votato M5S o Lega, il compito di trovarli nelle pieghe del bilancio.
E sì, mentre è molto facile illustrare possibili tagli per 70 miliardi, quando poi arriva il momento di passare dalle parole ai fatti, le scelte della politica per l'appunto, si rischia di non poter accontentare tutti, per cui largo alle stregonerie contabili. E se la stregoneria non riesce, colpa dei burocrati che remano contro.

Ma anche a non essere in grado di fare scelte politiche dal lato dei tagli, anche perché, con ogni probabilità, c'è rimasto ben poco da tagliare senza determinare conseguenze dolorose, la maggioranza di Governo potrebbe decidere altro.
E siamo quindi arrivati al cuore vero del problema: i vincoli di bilancio.
La maggioranza di Governo giallo-verde avrà o no il coraggio di dare seguito a quanto più volte annunciato, trovando le risorse aumentando il deficit?
Ma soprattutto: il Governo è compatto rispetto a questo tipo di scelta politica? Per quale entità? E per favorire quali interessi sociali?
Aumentare il deficit per il reddito di cittadinanza o per più soldi nelle tasche dei ricchi con la flat tax?

Per essere quindi chiari facendo nomi e cognomi, stante l'attuale contesto dei rapporti politico-economici-produttivi, il problema vero non è che ci siano dei burocrati che ci ricordano che se oggi i conti sballano c'è il rischio di ritrovarsi con miliardi di euro bruciati in tassi di interesse e con un debito pubblico difficilmente rinnovabile.
Il problema vero è che sia principalmente il Governo giallo-verde ad avere di questi timori, ben lontano dall'avere voglia di compiere qualsivoglia rivoluzione, di breve o lungo periodo che sia.

Ritrovarsi a ridosso delle elezioni europee senza aver avviato parte delle promesse elettorali potrebbe certamente far perdere molti consensi, ma anche con i tassi alle stelle e/o con qualche sofferenza bancaria a stringere le linee di credito per tutti, non dovrebbe portare molti voti.
Ed è per questo, pertanto, che i soldi debbono essere trovati dai burocrati del MEF senza scontentare nessuno: elettori e mercati.
Un conto sono le chiacchiere sui social, un altro è intraprendere iniziative che potrebbero intaccare, direttamente o indirettamente, gli interessi immediati e futuri di un elettorato sostanzialmente illuso dalla facile promessa che tutti sarebbero stati meglio, ma tutti al loro posto assegnato dalla scala sociale: i ricchi molto più ricchi con la flat-tax; i poveri poco meno poveri con il reddito di cittadinanza.
Una finta rivoluzione che non cerca le risorse e la crescita abbattendo le diseguaglianze, bensì esasperandole.
Una politica mediocre che ha sempre più bisogno di nascondere le proprie incapacità attraverso continue iniezioni di odio contro nemici da scegliere di volta in volta a seconda del ceto sociale da ammansire.
Un giorno i giornalisti; un altro giorno l'Europa; tutti i giorni i migranti; oggi i burocrati del MEF; ... a breve, c'è da scommetterci, la Corte Costituzionale.