Un'intervista alla "Dottor Jekyll e Mr. Hyde" quella concessa dal Prof Zagrebelsky a "Il fatto" del 13/1/2017.
Neanche a farlo apposta, articolata su due pagine, due pagine che, a leggerle separatamente, evidenziano un'incomprensibile schizofrenia.
Come conciliare, infatti, le raffinate considerazioni del costituzionalista della prima parte, tutte incentrate nel rievocare le ragioni alte del No al referendum costituzionale del 4 dicembre, con le conclusioni del "politico" invece espresse nella seconda parte?
Sulla legge elettorale, ad esempio, Zagrebelsky ci ricorda che si sarebbe dovuti andare al voto subito dopo la sentenza di incostituzionalità del Porcellum: "Una legge uniforme per le due Camere, allora, c'era: quella uscita dalla sentenza, il cosiddetto “Consultellum”."
Bene! Benissimo! Anzi no!

Si fosse andati subito al voto con il Consultellum, la legge risultante dalla sentenza contro il Porcellum, cioè un proporzionale puro con alte soglie di sbarramento, qualcuno avrebbe sicuramente gridato allo scandalo. Tra questi, con ogni probabilità, anche il Prof. Zagrebelsky.
Più avanti nell'intervista, infatti, il Presidente Emerito ci avverte che si farà di tutto per impedire la vittoria elettorale del Movimento 5 Stelle, "Anzitutto con una legge elettorale ad hoc: quella proporzionale. ... Ora che i sondaggi ipotizzano un ballottaggio vinto dal M5S, (l'Italicum) non va più bene e si vuol buttare via una legge mai usata: roba da perdere la faccia". E per essere chiari sino in fondo: "non sanno più come neutralizzarli se non col proporzionale, che ci riporterà alle larghe intese Pd-Forza Italia."

Alla faccia del rigore scientifico del costituzionalista.

L'assurdo premio che deriverebbe dal ballottaggio è alla base dei ricorsi presentati contro l'Italicum; i ricorsi sono stati presentati prima dei sondaggi di cui parla il Professore; tra i ricorrenti, anche numerosi parlamentari del Movimento 5 Stelle.
Ma ora che si fa, torna legittimo ciò che si era ritenuto illegittimo, e questo solo perché, forse, a vincere non sarà più il PD, bensì i 5 Stelle?
A meno di sorprese (tra gli ultimi arrivati alla Consulta anche l'iper-maggioritario, schieratissimo, Augusto Barbera), il ballottaggio non sarà modificato dal Parlamento, bensì cancellato dalla Consulta, così come fu la Consulta a decidere che non si possono regalare seggi oltre un tot%. Agevolare la governabilità è un conto; imporla a tutti i costi, a discapito della corretta rappresentanza, tenuto conto di tutte le funzioni svolte dal Parlamento, un altro.
Come si spiega, pertanto, questa fawta contro il proporzionale?
A favore di quale altro sistema elettorale?
Un'idea che inizia con la lettera M ci sarebbe, ma meglio attendere che sia direttamente il Professore a chiarire sul punto. Anzi, la domanda è: come mai Travaglio si è guardato bene dal chiedere ciò che tutti, a quel punto dell'intervista, avremmo chiesto?
Misteri del giornalismo italiano.

Altre due questioni che avrebbero meritato un giornalista più attento, le risposte su due temi molto a cuore al Movimento 5 stelle: referendum sull'Euro e vincolo di mandato.
Partendo dal primo, come ha del resto ricordato il Professore, la Costituzione non prevede questo tipo di referendum.
Ciò non significa, ovviamente, che non vi sia il modo per far svolgere un referendum di tipo consultivo. Ne è già stato indetto uno in passato, proprio sulle questioni europee, con apposita legge costituzionale.
Con ogni probabilità, il Prof. Zagrebelsky intendeva riferirsi a questo.
Considerata, però, l'era dei social, sia consentito esprimere preoccupazione per una definizione dello strumento referendario che potrebbe generare facili fraintendimenti: "un referendum informale per dare un'idea di massima degli orientamenti tra i cittadini, non vedo perché non sia possibile".
Da qui allo strumento di facile accesso, buono per tutte le questioni, il passo è breve, sia che si tratti dell'uscita dall'Euro come di ... perché no un giretto ricognitivo, stile quesito del giorno alla Grillo-Casaleggio, su questioni come pena di morte o immigrazione?

Sul vincolo di mandato, infine, è quanto mai curioso che si sia lavorato tanto per fermare due riforme costituzionali (2006 e 2016) attraverso le quali i "Capi Bastone" avrebbero tenuto sotto scacco il Parlamento, per poi sostenere che sì, qualcosa che determini la decadenza del parlamentare che si disallinea va fatto.
Non come chiedono i grillini, ma solo se si tradiscono i propri elettori, se cioè si passa dalla maggioranza all'opposizione o viceversa.
Premesso che l'Italia rimane un sistema parlamentare, e premesso che nessuna legge elettorale che non sia l'Italicum o il Porcellum (peraltro con certezza se solo in una sola Camera) è in grado di assicurare una maggioranza parlamentare certa, da dove e come trarre certezze circa la maggioranza voluta dagli elettori? Elettori per di più pressati dalla logica del voto utile in conseguenza delle forzature maggioritarie?
Chi decide chi è dentro e chi è fuori, o meglio, per usare le parole del Prof. Zagrebelsky, chi decide chi ha tradito gli elettori?
PD e Sel, insieme, nel 2013 riuscirono ad ottenere un larghissimo premio di maggioranza alla Camera. Lo stesso, però, non avvenne al Senato. Il rifiuto di partecipare al Governo Letta da parte dei parlamentari di Sel era quindi da considerare un tradimento della volontà espressa dagli elettori di centro sinistra?
Nel 1994, con la vittoria del centro destra ma con due distinte coalizioni, nel momento in cui la maggioranza parlamentare venne meno, chi tradì chi?
Era la Lega che tradiva il presunto mandato elettorale ricevuto dagli elettori al Nord, o non, piuttosto, Forza Italia e Alleanza nazionale? Aveva forse ragione Berlusconi che si sarebbe dovuti andare subito a nuove elezioni, con l'accusa a Scalfaro di aver consentito il ribaltone?
E chi decide chi dovrebbe essere destituito anche quando, ad esempio, il Governo s'impone al Parlamento con continui voti di fiducia e, per chi non condivide, non c'è altra possibilità che di passare all'opposizione?
Si applica la regola del Capo Bastone?
A giudicare dal contenuto della prima parte dell'intervista, il Prof. Zagrebelsky, si può esserne certi, direbbe di no.


Franco Ragusa