Strano paese l'Italia. Sino a ieri, ricordiamolo, il problema principale era quello di cambiare la legge elettorale per permettere agli elettori di scegliere i propri rappresentanti. Poi il trio ABC tira fuori dal cilindro una bozza di accordo elettorale che non risponde in alcun modo a questa esigenza, in quanto non reintroduce le preferenze ma un ritorno ai collegi prendere o lasciare, e su cosa si scatena la polemica politica? Sul niente.
Al Governo Monti va dato atto di possedere, diversamente dai berluscones che l'hanno preceduto, una notevole capacità di comunicazione. Pur con tutte le mazzate già inferte, altro che "paccate di miliardi", in conseguenza delle quali le condizioni di vita di una buona parte del Paese stanno sprofondando, frequentando i social network non si può negare di dover registrare, ad esempio, una diffusa aspettativa legata alla presunta competenza e serietà di tutta la compagine di Governo. Competenza e serietà per lo più spesa, però, per trovare gli argomenti giusti per indorare la pillola amara del giorno.
Dopo una trepidante attesa, siamo finalmente in grado di comprendere l’effettiva portata dell’emendamento che, si dice, farà pagare l’ICI anche alla Chiesa, ma che al momento ha solo sancito che le scuole private possono non pagare l’IMU.
No, scusate, ma cosa c’è di così tanto rivoluzionario nel risultato delle primarie di Genova? Un segnale straordinario, scrive Paolo Flores d'Arcais, con un candidato indipendente in grado di mobilitare le energie migliori della società civile. Ma i numeri sono numeri, e quelli registrati a Genova non sono tali per potersi esaltare di fronte ad un risultato che sì, fa certamente piacere, ma solo perché segna l’ennesima sconfitta di un partito, il PD, ormai preda delle divisioni di apparato e non in grado di proporre una vera alternativa al tumore che ha corrotto la politica italiana, il berlusconismo.
Un’altra riflessione sulla neve no, proprio no. Ma vedendo i TG e le reazioni delle persone, anche ieri, a Roma, sull’autobus verso casa, e quello che sempre nel pomeriggio di ieri ho visto girando per la capitale, non si può non tornare sull’argomento.
Ultimo aggiornamento: 6 febbraio 2012 Dopo 25 anni è tornata, copiosa, la neve a Roma, ed immediatamente sono partite le polemiche circa l’inadeguatezza dell’Amministrazione comunale di fronte all’emergenza che si è determinata. Premesso che con personaggi della levatura di Alemanno le critiche, per ogni aspetto dell’attività di governo della città, non sono mai eccessive, anche nel caso specifico i motivi per accanirsi non dovrebbero mancare. Motivi ben diversi, però, dal semplice pretendere l’immediata agibilità di tutte le strade e i marciapiedi di Roma. Gli attacchi ad Alemanno, infatti, sembrano seguire la moda del momento. Per liberarci di Berlusconi ci siamo beccati Monti, che fa e dice cose peggiori del suo temuto precedessore e che le forze dell’allora opposizione, soltanto 4 mesi fa, non avrebbero mai tollerato. Ora, pur di liberarci di Alemanno, è iniziata la sagra delle sciocchezze sul come una città come Roma non poteva e non doveva subire problemi per una nevicata che, per quanto eccezionale, in un paesino svizzero sarebbe stata risolta nel giro di poche ore.
Prendendo le mosse dall'ennesimo caso di malapolitica, i 13 milioni di euro di rimborsi elettorali per un partito che non c'è più, la Margherita, per di più utilizzati per fini privati dal Sen. del PD Lusi (o forse anche per fini politici al momento inconfessabili), "il Fatto Quotidiano" ha proposto una petizione per promuovere una legge sulla responsabilità giuridica dei partiti.
Con il senno del poi, visto come Ciampi e Napolitano si sono rapportati di fronte allo stesso panorama politico-istituzionale, determinato, in primo luogo, dalla forzatura provocata dalle leggi elettorali maggioritarie sull'immutato assetto costituzionale di tipo parlamentare, assetto peraltro ribadito con il voto referendario che nel 2006 ha rifiutato la revisione costituzionale varata dal centrodestra, Scalfaro va sicuramente rivalutato: UN GIGANTE! Di fronte, però, al coro di giudizi, eccessivamente benevoli, circa il modo con il quale il Presidente Scalfaro avrebbe applicato la Costituzione per risolvere la crisi del primo Governo Berlusconi, non ci si può esimere dal ricordare un po' di fatti.
Che in Italia ci sia ormai un deficit di rappresentanza lo hanno compreso pure i sassi, per cui c’è da farsi poche illusioni circa le capacità dell’attuale Governo Monti, o del Parlamento che a larga maggioranza lo sostiene, di riuscire a comprendere ed affrontare i problemi che in questo momento stanno affliggendo gran parte del Paese. Nessuna novità è quindi giunta dal confronto televisivo offerto ieri da “Servizio Pubblico” di Santoro: da un lato Enrico Letta e Roberto Castelli, dall’altro lato un pezzo di società che rimaneva inascoltata.
Cosa e chi si cela dietro il Movimento dei cosiddetti forconi, o meglio, dietro le tante richieste che stanno provenendo dalle strade della Sicilia? Ma per provare a rispondere a questa domanda, è forse più opportuno interrogarsi, prima, sullo stato della democrazia in Italia. Premessa indispensabile per cercare di comprendere se è quanto la goccia potrebbe aver fatto traboccare il vaso. Non passa giorno, del resto, che non arrivi un qualche monito contro la legge elettorale. E in effetti, viviamo o no in un paese dove, per qualsiasi livello di governo, abbiamo leggi elettorali che non consentono di liberarsi dal ricatto del voto utile, di un voto, cioè, che non consente reale libertà di scelta?
"IL GIORNO DELLE DUE PORCATE", è il titolo urlato dalla prima pagina de "il Fatto Quotidiano". Sì, c'è molto di vero in questo titolo che accomuna il voto alla Camera, contro l'arresto del deputato Cosentino, e il responso di inammissibilità sancito dalla Consulta avverso i due quesiti abrogativi pro Mattarellum. I due episodi rappresentano, infatti, le due facce di una stessa medaglia. Come la giri la giri, il risultato non cambia: la Casta!
Va detto con decisione: la sentenza di inammissibilità, che in un attimo ha bruciato oltre un milione di firme, è una ferita molto dolorosa. Ma se truffa c’è stata, e c’è stata, questa non si è consumata il 12 gennaio 2012, ma nell’estate 2011, quando, per boicottare la raccolta di firme per i quesiti abrogativi proposti da Passigli e sostenuti dalla società civile, la politica del Palazzo ha deciso di impossessarsi delle medesime parole d’ordine, proponendo due diversi ed inutili quesiti.