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Purtroppo, di nuovo in evidenza: Stop Racism
Effetto Vassallum, Candidature indipendenti e Liste-civetta

Dopo le dure critiche alla "bozza Vassallo" provenienti da più parti, ad eccezione, ovviamente, dei due beneficiari del progetto, Veltroni e Berlusconi, l'attesa per le novità della "bozza Bianco" si è purtroppo rivelata tempo perso.

Di nuovo è bene chiarire che anche la "bozza Bianco", come prima la "bozza Vassallo", è molto lontana dal sistema elettorale tedesco.
Differenze dovute non tanto ai vincoli costituzionali, così come si vorrebbe lasciare intendere, quanto agli obiettivi preposti.
Non a caso, le due proposte in esame, pur presentandosi in maniera diversa, presentano similitudini di risultato che non lasciano dubbi circa le reali intenzioni dei proponenti.

In entrambe il metodo di ripartizione proporzionale adottato è il D'Hont, un sistema particolarmente premiante per i partiti maggiori (per degli esempi applicativi si veda: Il "tedesco" s-corretto della bozza elettorale "Vassallo-Veltroni").

Altro aspetto che differenzia le due bozze dal sistema tedesco, la sottrazione dei seggi uninominali eventualmente in eccesso (candidati indipendenti o candidati collegati a liste non ammesse che abbiano ottenuto il maggior numero di voti in uno dei collegi della circoscrizione - Nuovo Art.84, comma 1; numero dei seggi ottenuti nei collegi uninominali da candidati, presentatisi con il medesimo contrassegno, che eccede il numero complessivo dei seggi spettanti alla lista collegata - Nuovo Art.84, comma 3) dalla ripartizione proporzionale.

Se con il Vassallum, infine, vi era una soglia di sbarramento implicita, dovuta alla configurazione delle circoscrizioni elettorali, intorno al 5% ed oltre, con la bozza Bianco, unica similitudine con il sistema tedesco, la soglia del 5% a livello nazionale è definita per legge. A differenza del sistema tedesco, però, non è previsto il recupero delle liste al di sotto del 5% che abbiano ottenuto tre eletti nei collegi uninominali, bensì solo di quelle liste che abbiano conseguito non meno del 7% in almeno 5 circoscrizioni elettorali (Nuovo Art.84, comma 2).

Da una prima lettura, quindi, si evincono immediatamente due aspetti caratterizzanti:
- soglia di sbarramento impegnativa al 5%, con un meccanismo di recupero altrettanto severo;
- premio in seggi per i partiti maggiori in virtù del sistema di ripartizione adottato.

Infine, ma non meno importante, vi è un terzo aspetto da considerare:
diversamente dalla Costituzione tedesca che prevede un numero variabile di deputati, e questo per rispondere all'eventualità dei seggi cosiddetti in eccesso (nel caso un partito ottenga l'elezione di un numero di candidati uninominali superiore a quello determinato dalla ripartizione proporzionale, conserva gli eletti in più senza che ciò determini una perdita per gli altri partiti), la bozza Bianco, in assenza di modifiche costituzionali circa il numero dei parlamentari, prevede invece di sottrarre questi eventuali seggi in eccesso dal totale dei seggi a disposizione del metodo proporzionale.
La proposta prevede quindi tre possibili circostanze di seggi in eccessi:
- seggi conquistati da candidati uninominali indipendenti
- seggi conquistati da candidati uninominali collegati a liste che non partecipano al riparto proporzionale;
- seggi conquistati da candidati uninominali collegati a liste che nella ripartizione proporzionale si sono viste assegnare un numero minore di seggi di quelli complessivamente conquistati nei collegi uninominali.
Nei primi due casi, quindi, vi è una riduzione di seggi che riguarderà la circoscrizione elettorale nel suo complesso; nell'ultimo, invece, saranno ovviamente esclusi dai possibili effetti negativi, dovuti alla riduzione dei seggi a disposizione, le liste che beneficeranno dei seggi in eccesso.
E' quindi evidente come il meccanismo tenda a favorire i partiti maggiori, essendo prevedibile solo per questi la possibilità di ottenere vittorie nei collegi in misura maggiore dei seggi a loro attribuibili con il metodo proporzionale.

Premesso ciò, come da sempre segnalato dagli studiosi, l'importazione del sistema di voto tedesco può trovare un limite nella natura della classe politica italiana che potrebbe con facilità ripetere il malcostume delle liste civetta già praticato con il Mattarellum.
In tal caso, gli effetti potrebbero essere tali da ridurre fortemente il numero dei seggi che in linea di principio dovrebbero essere assegnati con metodo proporzionale.
Per questo motivo, probabilmente, nella bozza Bianco sono previste due diverse ipotesi per le operazioni di voto. Entrambe, però, per il contesto nel quale si trovano ad intervenire, presentano aspetti di forte criticità.


IPOTESI A
«Ogni elettore dispone di un solo voto, valido sia per l’elezione del candidato nel collegio uninominale sia per la scelta della lista circoscrizionale ad esso collegata.»;

IPOTESI B
«Ogni elettore dispone di due voti: uno per l’elezione del deputato che rappresenta il collegio, l’altro per una delle liste concorrenti nella circoscrizione elettorale.»

Nel primo caso, come già approfondito per la bozza Vassallo, il sistema del voto unico, combinato con la soglia di sbarramento impegnativa e il premio in seggi per i partiti maggiori (indiretto, ma per questo non meno efficace), può condizionare fortemente la libertà di scelta dell'elettorato. Nella "determinazione" ad impedire che una specifica forza o area politica vinca le elezioni, l'elettore sarà di fatto costretto a non rischiare di disperdere l'unico voto di cui può disporre.
Ma l'aspetto più intollerabile del voto unico è certamente costituito dall'imposizione, per l'elettore, di dover accettare i candidati scelti da altri per lui: se vota per la lista bloccata sostiene anche il candidato collegato; se invece vota per il candidato si ritrova a sostenere una lista di candidati, per di più bloccata, e financo i candidati perdenti degli altri collegi.
I limiti del voto unico, inoltre, sono tali da sfavorire il voto verso i candidati indipendenti, nel senso che così facendo l'elettore si priva del voto alla lista.

Nel caso dell'Ipotesi B, invece, la maggiore libertà di scelta concessa agli elettori potrebbe essere utilizzata dalle forze politiche maggiori per ottenere un buon numero di seggi in eccesso attraverso l'adozione di liste civetta da collegare a candidati uninominali di prestigio o, ottenendo lo stesso risultato in maniera più semplice, facendo largo uso di candidati indipendenti.
Veltroni o Belusconi potrebbero infatti presentarsi collegati alle liste Pinco e Panco o come candidati indipendenti, certi in ogni caso di non provocare danni ai rispettivi partiti di appartenenza per quanto riguarda la seconda espressione di voto.
In ipotesi, quindi, con questo meccanismo l'intero 50% di seggi uninominali potrebbe essere assegnato a candidati indipendenti o collegati a liste fantasma non in grado di superare lo sbarramento del 5% ; liste per altro non recuperabili al riparto proporzionale in quanto, diversamente dal modello tedesco (è forse un caso?), non è previsto il recupero per quelle liste che ottengano almeno tre eletti nei collegi uninominali.
Nell'ipotesi peggiore, quindi, il riparto proporzionale non si effettuerebbe su 618 seggi, bensì sulla metà.
Un esempio pratico per chiarire gli effetti.


Metodo D'Hondt, 1200 voti validi, 20 seggi (seggi uninominali 20/2), nessun seggio in eccesso A B C D E F G Altri
Voti 360 330 150 120 70 60 55 55
Divisore 2 180 165 75 60 35 30
Divisore 3 120 110 50 40 23,3 20
Divisore 4 90 82,5 37,5 30 17,5
Divisore 5 72 66 30 24
Divisore 6 60 55 25 20
Divisore 7 51,4 48 21,4
Divisore 8 45 41,2 18,7
Divisore 9 40 36,6
% voti 30% 27,5% 12,5% 10% 5,8% 5% 4,6% 4,6%
Seggi 7 6 3 2 1 1 0 0
% seggi 35% 30% 15% 10% 5% 5%

Questa la distribuzione dei seggi nell'ipotesi che non vi siano seggi in eccesso da assegnare (G e Altri sono esclusi dal riparto a causa dello sbarramento in ipotesi non raggiunto anche a livello nazionale).
Per verificare gli effetti dell'eventuale presenza di candidati uninominali vittoriosi non collegati alle liste che hanno superato lo sbarramento sarà quindi sufficiente ridurre i seggi attribuiti secondo il riparto proporzionale per un valore che può andare da 1 a 10.
Queste le conseguenze nell'ipotesi di 5 seggi in eccesso.


Metodo D'Hondt, 1200 voti validi, 15 soli seggi da ripartire in conseguenza di 5 seggi in eccesso conquistati da candidati indipendenti o collegati a liste civetta (seggi uninominali 20/2) A B C D E F G Altri
Voti 360 330 150 120 70 60 55 55
Divisore 2 180 165 75 60 35 30
Divisore 3 120 110 50 40 23,3 20
Divisore 4 90 82,5 37,5 30 17,5
Divisore 5 72 66 30 24
Divisore 6 60 55 25 20
Divisore 7 51,4 48 21,4
Divisore 8 45 41,2 18,7
Divisore 9 40 36,6
% voti 30% 27,5% 12,5% 10% 5,8% 5% 4,6% 4,6%
Seggi 6 5 2 1 1 0 0 0
% seggi riparto proporzionale 40% 33,3% 13,3% 6,7% 6,7%
Seggi in eccesso +3 +2
% seggi finale 45% 35% 10% 5% 5%

(la Lista A ottiene il sesto seggio a danno delle liste D ed F in quanto a parità di quoziente l’ultimo seggio è assegnato alla lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale - nuovo art. 84, comma 1, lettera c)

In primo luogo, come era facilmente prevedibile, la riduzione del numero dei seggi a disposizione provoca l'immediato innalzamento della soglia di sbarramento implicita, per cui anche la lista F al 5% non ottiene seggi. Le liste maggiori, le più probabili beneficiare dall'eventuale adozione delle candidature indipendenti o collegate a liste civetta, ottengono invece un premio in seggi, rispetto ai partiti minori, che arriva sino ad un +10%.
Sommando, quindi, i seggi ottenuti attraverso la ripartizione proporzionale e i seggi in eccesso che potrebbe essere possibile ottenere aggirando lo spirito della legge elettorale (nel caso in esame 5), nell'esempio fatto i primi due partiti potrebbero capitalizzare una percentuale complessiva di seggi intorno all'80% a fronte di un consenso elettorale del 57,5%

Certamente, al di là del giudizio da dare sullo sbarramento impegnativo e il sistema di ripartizione adottato, più favorevole ai partiti maggiori, per tutto il resto ci troviamo di fronte a risultati che potrebbero essere considerati eccessivi, in quanto ottenuti con ipotesi di comportamento quanto mai discutibili.
L'esperienza degli ultimi anni, però, ci ha insegnato che ciò che è possibile in linea teorica può essere realizzato anche a dispetto dei richiami del Presidente della Repubblica e del buon senso.