Con un'intervista al quotidiano Europa, l'Avvocato costituzionalista Alessandro Pace spiega, in due battute, le ragioni di fondo per le quali il secondo quesito abrogativo è da ritenere ammissibile.
Riguardo al prossimo pronunciamento della Corte Costituzionale, circa l’ammissibilità o meno dei due quesiti referendari attraverso i quali far rivivere la precedente legge elettorale, il Mattarellum, non manca giorno che non arrivi notizia di una qualche “altra” possibilità. Si tratta di qualcosa di più di “una terza via”, in quanto ne sono emerse più d’una.
Mentre si attende il pronunciamento della Corte Costituzionale riguardo l’ammissibilità dei due referendum elettorali attraverso i quali far rivivere la precedente legge elettorale, il Mattarellum, come una bomba ad orologeria e giunto un appello firmato da ben 111 costituzionalisti, tra i quali: Valerio Onida e Gustavo Zagrebelsky (http://www.libertaegiustizia.it/2012/01/04/appello-dei-costituzionalisti-per-una-nuova-legge-elettorale/). Oltre ad auspicare che la Corte si pronunci per l’ammissibilità - e si tratta dell’auspicio, ripetiamolo, di ben 111 cattedratici, con tutta l’influenza che il peso di tale opinione potrebbe comportare sulla libertà di giudizio dei singoli Giudici - si rivolge l’invito al Parlamento, pur se con toni sfumati, affinché sia lui stesso a recuperare il contenuto dei quesiti referendari. L’appello si conclude, peraltro, con una sorta di preoccupazione indirettamente rivolta proprio alla Corte. Nell’evocare, infatti, il pericolo di inerzia del Parlamento, si sottolinea come “questo pericolo esiste realmente, e lo sarebbe ancora di più senza lo stimolo referendario”.
Oltre un milione di firme, 1.210.406 per l’esattezza. Un risultato senza precedenti che certamente testimonia l’insofferenza dei cittadini di fronte ad una legge elettorale che, in maniera palese, li ha espropriati del diritto di scegliere i propri rappresentanti e che, a leggere testualmente dal sito dell’IDV, “regala un premio di maggioranza a chi la maggioranza non ce l’ha”. Motivazioni più che condivisibili rispetto alle quali il Palazzo dovrebbe interrogarsi ed intervenire per rimuovere le cause di tanto malcontento. E questo è quanto sembrerebbe stia per avvenire, con grande soddisfazione di chi ha firmato i quesiti Morrone-Parisi; ma proprio per questo è interessante interrogarsi, anche, su quale piega stia prendendo il dibattito politico che si è avviato.
Mercoledì 14 settembre 2011, ore 11.00: Trasmissione di approfondimento sui referendum.
Quale referendum abroga veramente il Porcellum? Quello sostenuto dalla politica (Veltroni-Di Pietro-Vendola) o quello della società civile (Passigli-Ferrara)?
Radio Città Aperta (Roma) - 88,9 MHZ - Partecipa in studio Franco Ragusa
Forse qualcuno ancora lo ricorda: a ridosso delle ultime elezioni politiche fiorirono diverse iniziative che proponevano, per protestare contro il Porcellum, la restituzione o non ritiro delle schede elettorali; nonché la richiesta di verbalizzare i motivi alla base della contestazione. Sulla scorta dell'esperienza maturata con un'identica iniziativa nel 2001, dalle pagine del sito "Riforme Istituzionali" vennero date alcune indicazioni sul come comportarsi nei seggi, nonché alcuni testi prestampati da far allegare ai verbali di sezione.
"Ritorniamo al Mattarellum per cancellare la legge porcata che c'impedisce di scegliere i nostri rappresentanti e che regala la maggioranza parlamentare a chi la maggioranza non ce l'ha."
Suona più o meno così lo slogan con il quale Di Pietro, insieme a buona parte del PD e con un Vendola sempre più lanciato alla conquista della leadership di centrosinistra, sta raccogliendo le firme per proporre un nuovo referendum elettorale. Ma considerato che i soggetti in campo sono per lo più sempre gli stessi, nonché il contenuto dei referendum elettorali già sostenuti, uno più antidemocratico dell'altro (con quello fallito del 2009, addirittura, si sarebbe realizzato un super Porcellum), il consigliarsi un minimo di prudenza è quanto mai dovuto.
Ma bando ai preconcetti. Mettiamo a confronto Porcellum e Mattarellum e cerchiamo di farci un'idea la più serena possibile.
Il 16 giugno il Comitato www.referendumleggeelettorale.it ha illustrato 3 referendum per modificare l'attuale legge elettorale, il famigerato Porcellum, proponendo l'abrogazione delle liste bloccate e i premi di maggioranza previsti per Camera e Senato. Per quanto riguarda le soglie di sbarramento, il Comitato promotore ha optato per un taglia e cuci che fissa al 4% la soglia di sbarramento per la Camera dei Deputati. Una scelta, questa, che suscita non poche perplessità e che, in ogni caso, va giudicata negativamente, visto che così facendo non si dà la possibilità agli elettori di poter decidere anche riguardo le soglie di sbarramento. Per questo motivo, visto che i tempi ancora consentono di poter rimediare all'errore, come e perché non presentare anche un quarto quesito, limitatamente alla cancellazione delle soglie di sbarramento, da affiancare agli altri tre già depositati? Considerate le competenze giuridiche presenti nel Comitato, la proposta che segue potrà certamente essere eventualmente corretta e migliorata.
Sulle leggi elettorali non si finisce mai di sentire o leggere gli argomenti interessati di chi, legittimamente, ma non per questo giustamente, sa di poter trarre vantaggi da un meccanismo elettorale piuttosto che da un altro. Non è un caso, quindi, se dal dibattito sulla necessità di liberarsi del Porcellum risulti quanto mai difficile registrare sostanziali elementi di novità, se non la mera riproposizione, da parte delle forze politiche presenti in Parlamento, di un passaggio da un sistema maggioritario all'altro, da un sistema bipolare all'altro, il tutto accompagnato, a parole, dal nobile intento di restituire agli elettori la possibilità di scegliere i propri rappresentanti.