Caro Franco Ragusa,
seguo con attenzione i sondaggi e le prese di posizione di Riforme a favore del "proporzionale" in generale e del "sistema tedesco" in particolare.

Per quanto sono riuscito a a capire, e non per merito dei media, la legge elettorale tedesca si configura sostanzialmente come un "Matarellum fifty/fifty": 50% di uninominale maggitoritario "secco" e 50% di "proporzionalizzante"; la proporzionalizzazione, con risultato globale pressoché proporzionale, si ottiene con lo scorporo di tutti i voti assegnati con l'uninominale. Questa seconda quota prevede liste bloccate.
Nel Matarellum era previsto un 75% di maggioritario ed un 25% di "proporzionalizzante". Non ho fatto calcoli precisi sul risultato finale, ma mi immagino un 30 - 35 % di proporzionale globale effettivo..
Nel vecchio "Matarellum Senatorium" inoltre, se non sbaglio, la quota di correzione proporzionale veniva ottenuta ripescando i migliori perdenti nei singoli collegi uninominali, anziché con liste libere o bloccate. Preferirei senz'altro quest'ultima soluzione.

Faccio parte di quel 18% di Italiani che rimpiangono il Matarellum, pur riconoscendo che il sistema proporzionale rappresenta senz'altro più fedelmente la volontà popolare. Peccato che col proporzionale la delega dell'elettore ai partiti sia molto più ampia, direi a scatola chiusa. Ed io dei partiti attuali non mi fido punto.
Il giorno che l'articolo 49 della Costituzione fosse finalmente operante ("Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale") negando il finanziamento pubblico a quei partiti che non si "accreditassero" come "democratici" secondo una rigorosa legge dello Stato; e se soprattutto si passasse ad un regime semipresidenziale alla francese o presidenziale all'americana; sicuramente la mia opinione sarebbe destinata cambiare.

Con stima,
Mauro Silingardi



Caro Silingardi,
premesso che sono contrario anche alla soglia di sbarramento, tanto più se impegnativa, diciamo che il sistema tedesco potrebbe fornirci degli spunti di riflessione molto interessanti.
Devo però prima correggerla, in quanto non vi è alcuna correlazione, anche minima, tra il sistema tedesco e il mattarellum.
Nel sistema tedesco l'elettore ha sì a disposizione due voti, uno per i candidati uninominali (il numero dei collegi è pari al 50% dei seggi a disposizione) ed uno per la liste bloccate, ma il numero dei seggi che spetta ad ogni lista, diversamente dal mattarellum, viene (inizialmente) calcolato tenendo conto del solo risultato del voto alle liste.
Siamo quindi di fronte ad un risultato da proporzionale puro, tranne che per l'esclusione dalla ripartizione dei seggi delle liste al di sotto del 5% e che non abbiano ottenuto la vittoria in almeno 3 collegi (recupero).
Stabilito così il numero dei seggi per ogni singola lista, gli eletti delle singole liste vengono poi selezionati sulla base dei risultati nei collegi.
Se una lista, ad esempio, attraverso l'uninominale vince in 5 collegi, ma ha diritto, sulla base della ripartizione proporzionale, a 10 seggi, integrerà i seggi restanti facendo ricorso ai candidati presenti nella lista bloccata.
Diversamente, nell'ipotesi opposta, ad esempio 12 collegi uninominali vinti ma soltanto 10 seggi sulla base della ripartizione proporzionale, conserverà i seggi conquistati in eccesso senza che questi vengano sottratti alle altre liste
Nel caso, quindi, di X seggi conquistati in eccesso da una o più liste, nel Bundestag siederanno X parlamentari in più del totale utilizzato per la ripartizione proporzionale: 598 più X seggi in eccesso.
Come poi sopra accennato, i partiti al di sotto del 5% possono partecipare al riparto proporzionale nel caso riescano a conquistare almeno 3 collegi uninominali.

Quali, quindi, i possibili pregi di questo meccanismo?
In primo luogo, l'elettore che non vuole danneggiare il proprio partito è più libero di scegliere tra i candidati uninominali, in quanto i conti veri per il Bundestag si fanno con il voto dato alla lista; dall'altro lato, i partiti sono spinti verso candidature di prestigio vista la possibilità di poter conquistare i rarissimi seggi in eccesso.
Per i partiti minori, come visto, vi è una soglia di sbarramento molto impegnativa. Questi partiti, però, hanno più possibilità di vincere in qualche collegio visto che, in effetti, il voto per i candidati uninominali, non contando ai fini della formazione del Bundestag (tranne che per i seggi in eccesso), non costringe l'elettore a ragionare in termini di voto utile.

Concludo, infine, con alcune considerazione di ordine pratico.
Per il meccanismo dei seggi in eccesso e il consolidato malcostume italiano, il sistema tedesco mal si presta ad essere importato qui da noi.
In primo luogo c'è da tenere conto del vincolo costituzionale che fissa in maniera rigida il numero dei parlamentari. In assenza, quindi, di revisione costituzionale, i seggi in eccesso conquistati da una o più liste andrebbero necessariamente sottratti alle altre liste.
In secondo luogo, si potrebbe determinare nuovamente il fenomeno delle cosiddette liste civetta: candidati ben conosciuti dall'elettorato che si presentano con una lista senza speranze per quanto riguarda la ripartizione proporzionale, ma in grado, però, di vincere nel proprio collegio.

Con i più cordiali saluti e grazie per l'attenzione

Franco Ragusa