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Purtroppo, di nuovo in evidenza: Stop Racism
Caro direttore,
nell'articolo in questione lei esprime la giustificata opinione che il Presidente della Repubblica stia assumendo di fatto poteri più ampi che nel passato; lei si riferisce in particolare ai poteri nomina di un nuovo Presidente del Consiglio. Io credo che questi ampi poteri fossero già impliciti all'atto della promulgazione della nostra Costituzione, avvenuta in un momento di duro conflitto internazionale e nazionale e con un Parlamento a rappresentanza rigorosamente proporzionale.
 
Penso che questi poteri fossero un necessario antidoto alla prospettiva di chiare maggioranze parlamentari, in conseguenza ad ampi governi di coalizione. Oggi il fallimento del Porcellum ci mette nelle condizioni di costituire governi di coalizione come nella Prima Repubblica. Il Presidente Giorgio Napolitano si è trovato nella prospettiva di nominare un Presidente del Consiglio senza la fiducia delle Camere in sostituzione di un Governo in carica che aveva ottenuto la fiducia del precedente Parlamento e che non era stato sfiduciato, né dal vecchio né dal nuovo Parlamento. Nella nostra Costituzione la frase "affari correnti" in effetti non esiste.
A parte l'anomalia della transizione dal vecchio al nuovo Parlamento, anomalia di non poco conto, è mia convinzione che sia nel pieno spirito della Costituzione che un Presidente non sostituisca un Governo se non con un'altro che ottenga la fiducia; si tratta di fatto della teutonica Sfiducia Costruttiva. Un Presidente dovrebbe comportarsi così, a Costituzione invariata.
Limitare la discrezionalità del Presidente si può, in maniera costituzionalmente semplice: imporre, con un emendamento costituzionale, che un nuovo Governo assuma formalmente i poteri al momento dell'ottenimento della fiducia e non al momento della sua nomina e giuramento di fronte al Presidente delle Repubblica.
Sarebbe interessante che Riforme Istituzionali approfondisse questo aspetto, perché credo sia l'unica via che possa rendere compatibile una accettabile stabilità di governo con una legge elettorale più rappresentativa delle minoranze. Ciò favorirebbe anche un più dignitoso ed autonomo ruolo del Parlamento nella presentazione e discussione delle iniziative di legge.
Cordiali saluti
Mauro Silingardi
 

 
Caro Silingardi,
nulla in contrario all'introduzione dell'istituto della sfiducia costruttiva.
Il problema però, è che c'è un continuo lavorio per andare nella direzione di aumentare i poteri del Premier e ridurre fortemente il ruolo del Parlamento. Nella prassi di Napolitano, ciò ha addirittura coinciso con la regola: si fa solo il Governo che dico io e quando lo dico io. Da ricordare anche, infatti, il mese di tempo dato a Berlusconi nel 2010, con il chiaro intento di fargli ritrovare i numeri che erano venuti meno.
Se poi ricorda, tanto per fare un altro esempio, la sfiducia costruttiva introdotta dalla revisione costituzionale del centrodestra, infine non approvata dal referendum confermativo, era congegnata in maniera tale da attribuire al Premier un potere di scioglimento delle Camere praticamente illimitato.
Riguardo allo spirito della Costituzione vigente, infine, l'incastro delle norme oggi dice un'altra cosa.
Con i più cordiali saluti
Franco Ragusa