Il ricorso alla Corte Costituzionale per il conflitto di attribuzione con la Procura di Palermo è stata una decisione obbligata per chi abbia giurato dinanzi al Parlamento di osservare lealmente Costituzione.

C'è da presumere che Napolitano intendesse affermare: se c'è un dubbio, meglio fare chiarezza.
Ma di dubbio interpretativo per il Presidente non si tratta, visto che prosegue, PUBBLICAMENTE, assicurando chi lo ascolta di aver agito sempre con trasparenza e coerenza e che a questi due principi è stata ispirata anche la decisione di ricorrere alla Corte Costituzionale.

Di fronte ad un'uscita pubblica così, l'avesse fatta un certo Berlusconi, oggi saremmo in tanti ad urlare lo sdegno per l'indebita pressione nei confronti della serenità di giudizio dei giudici della Consulta.
L'eventuale giudizio contrario al Presidente, infatti, visto il punto di "non ritorno" al quale, anche per merito di quest'ultima iniziativa, si è arrivati, non potrebbe che suonare come una richiesta di dimissioni.