L'enfant prodige del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, con poche righe dalla sua pagina Facebook è riuscito a trasmettere, senza equivoci, l'opinione del Movimento 5 Stelle riguardo all'Italicum: "La legge elettorale comunale ci è avversa: prevedendo ammucchiate di 10 liste per ogni candidato sindaco, per noi diventa un'impresa storica superare il primo turno con una sola lista. Ma quando ci riusciamo, al secondo turno il voto libero (senza i soliti portatori di voti) ci premia. Non vogliamo fare anche noi ammucchiate, perché se vinci devi poter governare liberamente. Senza capibastone che ti tirano per la giacchetta. A livello nazionale però correremo tutti con un'unica lista. Quindi per le prossime elezioni o cambiano la legge o a Palazzo Chigi è meglio che preparino le valigie."
 
Ebbene sì, avete letto bene: al Movimento 5 Stelle l'Italicum piace. Nulla da dire contro doppio turno e premio di maggioranza; e per quanto riguarda altri dettagli, molto meglio della legge elettorale per i Comuni.

Ma come, nel 2009 tutti a dire che il referendum Guzzetta avrebbe trasformato il Porcellum in un Super Porcellum, e questo proprio perché proponeva la stessa cosa dell'Italicum, l'assegnazione del premio di maggioranza non più anche alle eventuali coalizioni, ma solo ad una singola lista scarsamente rappresentativa dell'intero corpo elettorale, ed oggi l'On. Di Maio ce ne parla come di un pregio?
Il referendum più fallito della storia dei referendum in Italia, che entra nella legge elettorale solo grazie ad un colpo di mano del Governo Renzi (ricordate tutte quelle cose là, come i vari golpe nelle commissioni, il super emendamento, la fiducia, ecc...?), e l'On. Di Maio oggi a dirci che no, meglio di così ai 5 stelle non potrebbe andare?
A onestà del vero, va detto, non siamo di fronte a dichiarazioni inattese, in quanto fu proprio il portavoce Di Maio a chiedere a Renzi l'abolizione delle coalizioni durante la diretta streaming. Per cui sì, il prof. Guzzetta, l'ideatore di quel referendum del 2009 che avrebbe trasformato il Porcellum in un Super Porcellum, oggi può ritenersi più che soddisfatto: certificato e validato anche dal Movimento 5 Stelle.
 
Ma tornando nuovamente alle poche righe di cui sopra, l'illuminante Di Maio dice un'altra cosa, molto più significativa, con il chiaro scopo di alluderne ad un'altra: "o cambiano la legge o a Palazzo Chigi è meglio che preparino le valigie", con il che si lascia intendere che se qualcuno proverà a cambiare la legge elettorale, sarà solo per non far vincere il Movimento 5 Stelle.
Prepariamoci, pertanto, come già successo con il Porcellum, alle peggiori invettive di Grillo contro chi, ragionevolmente, proverà a demolire l'Italicum.
Come si ricorderà, infatti, prima delle elezioni del 2013 fu proprio il Blog di Grillo il primo a tuonare, prendendosela anche con Bruxelles, contro le proposte di modifiche che chiedevano l'inserimento della soglia minima di voti ai fini dell'assegnazione del premio di maggioranza: "di fronte al colpo di Stato del cambiamento della legge elettorale in corsa e al tetto del 42,5% per il premio di maggioranza per impedire a tavolino la possibile vittoria del M5S ... la UE tace".
 
Sì, insomma, all'apprendista stregone importava solo poter vincere le elezioni, costituzionale o no che fosse il premio di maggioranza senza soglia minima di voti.
Il seguito è storia nota. Per pochi voti di differenza, alla Camera dei Deputati il "centrosinistra" finì per spuntarla sul centrodestra, per cui oggi il PD può vantare un numero di Deputati tre volte superiore al numero dei Deputati del Movimento 5 Stelle, e questo nonostante abbiano entrambi ottenuto più o meno lo stesso numero di voti. Fosse andata avanti quella modifica tanto osteggiata da Grillo, oggi vi sarebbero ben altri equilibri in Parlamento e di Renzi ne sentiremmo parlare, forse, solo per qualche comparsata ad Amici.

Oggi come ieri, pertanto, potremmo assistere al ripetersi del teatro dell'assurdo, con il Movimento 5 Stelle schierato a difesa della legge elettorale (incostituzionale) vigente, l'Italicum, e questo nonostante i tanti buoni motivi che dovrebbero indurre a modificarla, a partire dal trucco del turno di ballottaggio aggira soglia (al primo turno si può acquisire il premio di maggioranza solo se con almeno il 40% dei voti validi).
Un turno di ballottaggio dove lo scopo non è quello di consentire all'elettore che non ha votato una delle prime due liste di perfezionare il proprio voto, libero però di scegliere consapevolmente se sostenere o no una delle due liste, bensì quello di imporre a questo elettore di votarle per forza o di rimanere a casa.
Da un lato un sistema costituzionale che chiede la verifica del consenso minimo necessario ai fini dell'assegnazione del premio di maggioranza; dall'altro, però, un turno di ballottaggio dove questa verifica perde di significato.
Non solo, infatti, non vi è più alcun legame, ai fini del computo del numero minimo di voti da conseguire, con il livello di partecipazione al voto del primo turno, per cui, pur prendendo meno voti del turno precedente, si potrebbe lo stesso vincere il ballottaggio ed ottenere il premio di maggioranza; ma all'elettore non è altresì consentito esprimere un voto valido contrario all'assegnazione del premio di maggioranza.
Un sistema schizofrenico dove al primo turno il non consenso per una delle due liste maggiori può impedire l'assegnazione del premio di maggioranza; al ballottaggio invece no, perché qualsiasi comportamento elettorale che non sia un voto diretto verso una delle due forze politiche maggiori non conta, e poco importa se ad aggiudicarsi la prossima maggioranza parlamentare sarà una forza politica sostenuta da meno del 25-39% degli elettori che hanno votato al primo turno.

Né più e né meno di quanto già avviene con l'elezione dei Sindaci, si dirà.
Un'obiezione, questa, facilmente superabile, in quanto non tiene conto di quanto ricordato dalla Consulta proprio in occasione della sentenza di incostituzionalità del Porcellum: "le assemblee parlamentari sono sedi esclusive della «rappresen­tanza politica nazionale» (art. 67 Cost.), si fondano sull’espressione del voto e quindi della sovranità popolare, ed in virtù di ciò ad esse sono affidate funzioni fondamentali, dotate di «una caratterizzazione tipica ed infungibile» (sentenza n. 106 del 2002), fra le quali vi sono, accanto a quelle di indi­rizzo e controllo del governo, anche le delicate funzioni connesse alla stessa garanzia della Costituzione (art. 138 Cost.): ciò che peraltro distingue il Parlamento da altre assem­blee rappresentative di enti territoriali."

Quando, quindi, l'On. Di Maio afferma "devi poter governare liberamente", fa riferimento ad un Parlamento conforme alla sentenza che ha dichiarato l'incostituzionalità del Porcellum, o ad un Parlamento quale che sia, l'importante è che vi siano le condizioni per la vittoria del Movimento 5 Stelle?

A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
Di sicuro c'è che anche il Movimento 5 Stelle, per quanto lontano dal 40% necessario per ottenere il premio di maggioranza sin dal primo turno, potrebbe avere i numeri sufficienti per sperare di arrivare al ballottaggio e vincerlo; sempre che, ovviamente, l'Italicum rimanga così com'è!

Franco Ragusa