Repubblica.it - La decisione in serata dopo che l'ipotesi del rinvio era stata fatta balenare dallo stesso Amato. L'esecutivo: "Non si può bloccare il processo avviato"
Si chiede alla Cassazione di respingere l'ammissione cautelare della Dc e di ristabilire le competenze in materia che non sono chiare.
Il governo cerca di evitare il rinvio delle elezioni. L'ipotesi è stata scatenata dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha riammesso nella competizione la Democrazia Cristiana di Giuseppe Pizza, che chiede "l'esecuzione immediata dell'ordinanza e il differimento della data del voto onde consentire il ripristino della violata legalità". Questa mattina il ministro Amato aveva annunciato che il rinvio era tra le cose possibili. Nel tardo pomeriggio, però, il governo ha deciso di ricorrere in Cassazione contro la decisione di riammettere la Dc incaricando l'Avvocatura dello Stato di chiederne la revoca "essendo ormai iniziato il procedimento elettorale". Con una seconda azione parallela, il Viminale si è rivolto alla Suprema Corte perché sia risolta "una volta per tutte la questione della competenza a giudicare sul processo elettorale.

L'esecutivo scegli così la strada dello scontro di competenze con il Consiglio di Stato che si è inserito con la sua decisione in una situazione giurisdinazionale molto fluida e complicata. La competenza, infatti, sarebbe della Giunta per le elezioni che, però, aveva recentemente "ridotto" i suoi stessi poteri lasciando così uno spazio di cui ha approfittato la Dc di Pizza per rivolgersi al Consiglio di Stato.

IL TESTO DELL'ORDINANZA DEL CONSIGLIO DI STATO

L'annuncio di Amato. Per effetto dell'ordinanza del Consiglio di Stato, dunque, la Dc di Pizza può tornare a 'correre', ma se si votasse come previsto il 13 e 14 aprile non avrebbe a disposizione i 30 giorni di campagna elettorale previsti per legge. "A noi - ha spiegato il responsabile del Viminale a margine di una manifestazione a Reggio Emilia - stamane viene comunicata una decisione cautelare che potrebbe essere modificata dal giudizio di merito per la riammissione di un simbolo e quindi la presentazione di una lista - ha sottolineato Amato - questa è una procedura non prevista dalla legge elettorale che può avere tempi indefiniti, alla quale tuttavia bisogna conformarsi, e quindi al momento non posso escludere che essa comporti un rinvio della data delle elezioni".

L'iter. Un'eventualità sulla quale la decisione, ha precisato il ministro, "spetta a chi ha fissato la data delle elezioni, quindi a governo e capo dello Stato". Il ministro ha spiegato ancora che, dopo il via libera del Consiglio di Stato, "la decisione finale di merito deve essere ancora espressa dal Tar Lazio". "Poi - ha chiarito - è possibile che su questo si innesti un regolamento di giurisdizione da parte della Cassazione per valutare se i tribunali amministrativi sono o no competenti a intervenire nel procedimento elettorale".

Ma dal governa arriva la prima netta presa di posizione: "Mi sembra che si debba fare di tutto, nei limiti della legge, per evitare qualsiasi rinvio delle elezioni" taglia corto Romano Prodi.

Il comunicato della Dc. "Vogliamo l'esecuzione immediata dell'ordinanza e il differimento della data del voto onde consentire il ripristino della violata legalità" afferma il capolista al Senato della Dc in Campania Paolo Del Mese che si dice perplesso "circa le affermazioni del Ministro Amato sulla necessità di attendere la decisione definitiva del Tar". Slittamento e richiesta di sequestro del simbolo dell'Udc "che viene ancora usato illegittimamente nonostante la sentenza che autorizza solo la nostra formazione politica ad utilizzare lo scudo crociato". Secca la replica di Casini: "baggianate".

I leader politici. La notizia ha messo subito in allarme i leader politici impegnati nella campagna elettorale. Un tema sul quale si registra sintonia tra Veltroni e Berlusconi. "Sarebbe un dramma per il paese perdere ulteriore tempo - ha commentato Silvio Berlusconi -, faccio un appello alla Dc, affinché abbia senso di responsabilità e rinunci alla richiesta di avere altri giorni in più per la campagna elettorale".

"Sono assolutamente contrario alla possibilità che si rinviino le elezioni che sarebbe per il nostro Paese un colpo di immagine gravissimo e, nella sostanza, una cosa inaccettabile - ha detto Walter Veltroni - Ci manca solo che ci mettiamo a cambiare la data. Spero proprio che si riesca a risolvere il problema".

Francesco Storace, segretario de La Destra, parla di "clamoroso autogol" del Cavaliere. "Sono settimane - ha detto Storace - che Berlusconi offende gli italiani dicendo che si vota per lui o per Veltroni e adesso si deve inginocchiare di fronte a un simbolo che ha inventato per dar fastidio a Casini, per evitare il rinvio delle elezioni. E' proprio vero dopo Mortadella, arriva Pizza".

Il vice-segretario del Pd, Dario Franceschini, sottolinea che "si potrebbe cercare una soluzione che consenta, nel rispetto della legge, di non rinviare le elezioni". "E' sotto gli occhi di tutti che quel che sta accadendo è assurdo - ha detto il leader dell'Udc Pierferdinando Casini -, basta guardare i simboli per capire. Comunque noi siamo sereni".

La decisione che rischia di stravolgere il calendario elettorale è stata presa ieri, quando la quinta sezione dell'organo supremo di giustizia amministrativa ha accolto il ricorso proposto da Raffaele Colucci (che la Dc di Pizza intende candidare al Senato), ribaltando la precedente ordinanza del Tar della Campania che aveva confermato l'inammissibilità del simbolo dello scudocrociato sancita a suo tempo dall'ufficio elettorale del Viminale.