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Purtroppo, di nuovo in evidenza: Stop Racism
repubblica.it - L'exploit della candidata sindaco della lista "Amici di Beppe Grillo"
"Ma per il ballottaggio non ci schieriamo. E non ci sentiamo qualunquisti".
Restauratrice, lavora in un museo di Roma, politicamente è nata sul web un anno fa.
Campagna elettorale solo sul web. No manifesti ma gadget per il computer

di CLAUDIA FUSANI

E ora molti dovranno fare i conti con Serenetta. Con quei 45 mila voti che alla fine potranno pesare parecchio sul ballottaggio per il Campidoglio. Un tre per cento di elettori romani che, visti in una prospettiva nazionale, potrebbero essere una chiave utile per capire perché il Pd ha perso, perché la Sinistra è scomparsa dal Parlamento, perché c'è stata una flessione dei votanti. E se ci sono andati, perché non hanno votato per le politiche.

Serenetta Monti ha 36 anni, fa la restauratrice, anni da precaria prima di avere un contratto in un museo della Capitale, ed è il volto scelto tramite primarie da blogger, web e meet-up (piazze virtuali convocate su internet) di Beppe Grillo per tentare la corsa al comune di Roma.

"Sarete la spina nel fianco di chiunque" aveva previsto il comico dal palco di piazza Navona il 15 marzo presentando la sua lista romana, tra le poche in Italia col patentino originale del blogger più famoso d'Italia. Altro che spina... Con quel tre per cento Rutelli avrebbe sfiorato la vittoria al primo turno. E vengono spontanee certe domande: cosa sarebbe successo se le liste Grillo, "autorizzate" dopo il V-day dell'8 settembre scorso, avessero avuto il tempo di organizzarsi con firme e liste in tutte le regioni? E cosa sarebbe successo se il Pd o la Sinistra, avessero saputo intercettare richieste come no indagati nelle liste o candidati scelti dal basso? Veltroni avrebbe superato il 35 per cento? La Sinistra sarebbe in Parlamento?
"Al ballottaggio non ci schieriamo". Nel frattempo Serenetta si gode il successo "conquistato solo col passaparola via internet", primo esempio di candidata virtuale che diventa reale che adesso più che mai si permette di snobbare i soliti noti. Qualunquismo? No, piuttosto la prova tangibile di un modo diverso di intendere il mestiere della politica. "Al ballottaggio non ci schiereremo, questa ipotesi non è mai stata nel nostro programma" dice, "al secondo turno i nostri elettori saranno liberi di scegliere per chi votare". Nè astensionismo, nè indicazioni. Liberi.

Candidata nata sul web. Il fenomeno Monti è avvenuto in un laboratorio significativo e neppure piccolo come può essere Roma. Anomalo in quasi tutto. A cominciare dagli ingredienti. Serenetta Monti nasce sul web un anno fa, giugno 2007, quando -scrive nella lettera con cui ha ufficializzato la candidatura e diffusa sulla rete - "dopo uno spettacolo di Grillo sono venuta a conoscenza del Meet up di Grillo a Roma. E' stato subito amore: mi sono impegnata per organizzare un convegno al Senato per i"no-coke". Il resto della mia carriera con i Grilli romani forse la conoscete...". Battaglie per i rifiuti, tecnologia gratuita per tutti, l'organizzazione del V-day, poi la lista civica e le primarie on line.

44.185 voti. Tanti, tantissimi per una campagna elettorale avvenuta quasi tutta sul web e rilanciata dalla Rete. Si comincia il 5 marzo, conferenza stampa per presentare lista, candidati ("di destra e di sinistra così come le persone che ci hanno votato che in questo momento mettono l'esigenza di una politica di servizio e trasparente prima delle ideologie") e punti del programma. E' un video cliccatissimo su You Tube: "Siamo cittadini comuni che ci siamo incontrati sulle piazze virtuali, i meet up di Beppe Grillo... e siamo il primo esempio di politica che dal virtuale diventa reale". L'obiettivo è "un comune a cinque stelle: per i rifiuti, la tecnologia per tutti, la trasparenza, per riconsegnare la politica ai cittadini".

Un perfetto programma di sinistra. Ci ha pensato il web a presentare i 12 punti del programma, a farli discutere e migliorare chat dopo chat. "I servizi alla persona devono essere gestiti solo dal Comune perché esternalizzando la qualità cala...". E poi: potenziamento del trasporto pubblico, car sharing, car pooling, bike sharing, gestione dei rifiuti che dice no ai termovalorizzatori e sì alla raccolta differenziata porta a porta ("che consentirebbe nuovi posti di lavoro"), riuso e possibilità di riciclare fino al 70 per cento avendo solo il 30 per cento di umido da smaltire con trattamenti a freddo. E poi casa, lavoro, precari. Soprattutto trasparenza e semplicità della cosa pubblica. Non poteva essere un perfetto programma di sinistra?

Manifesti? No grazie. Avanti con sfondi per pc, loghi e banner. Tra video-conferenze e collegamenti rigorosamente Skype per parlare delle cose da fare, Serenetta Monti s'è inventata un meet up contro i manifesti elettorali. Il video su You Tube è un documentario che racconta molto dell'Italia. Il presupposto è che in giro ci sono troppi manifesti, brutti e disordinati, un disonore per la città, un'offesa all'ambiente e uno spreco per la tasche. Così gli amici romani di Beppe Grillo sono andati in giro a staccare i manifesti e a ripulire i muri dove l'affissione è vietata. I vigili non lo fanno? Lo hanno fatto loro. Con qualche tensione strada facendo. In compenso ai loro possibili fan hanno offerto gadget virtuali inoltrati rigorosamente via mail: sfondi per pc scaricabili; loghi, banner e altro. La festa di fine campagna invece è stata reale, nel bar "Sotto casa di Andrea", chiacchiere, un brindisi e poi balli.

E ora quei 45 mila voti che fine faranno? Serenetta Monti non dà indicazioni. Ricorda solo: "Quando ho votato ho riconsegnato le schede di Camera e Senato perchè non mi riconosco in nessuna di quelle liste visto che non ho potuto scegliere i candidati ma li ho dovuti subire dalle segreterie dei partiti". E ha preteso che il presidente di seggio, zona Montesacro, prendesse la vecchia penna e la ancora più vecchia carta per mettere a verbale la sua motivazione.