Iniziativa che Riforme Istituzionali auspicava e che ovviamente condivide, ma che ritiene parziale a causa del mancato intervento sulle soglie di sbarramento. Anche sul piano dei tempi, ritrovarsi a raccogliere 500.000 firme nel periodo estivo ...

io_firmoDa Il Messaggero - Via alla raccolta di firme per tre nuovi referendum elettorali. Dopo il successo di domenica scorsa su acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento, l'obiettivo dei tre nuovi quesiti presentati dal neocostituito Comitato promotore con lo slogan "Io firmo. Riprendiamoci il voto" è quello di eliminare il cosiddetto "Porcellum", la legge elettorale attuale studiata dalla mente di Roberto Calderoli. L'attuale sistema elettorale prevede infatti liste bloccate che impediscono ai cittadini di scegliere i candidati da mandare in Parlamento. I referendari vogliono poi cancellare il premio di maggioranza e l'indicazione del candidato premier e fissare una soglia di sbarramento unica al 4%.
 
A lanciare l'ultima sfida referendaria sono un gruppo di costituzionalisti e intellettuali fra cui Stefano Passigli, Enzo Cheli, Gianni Ferrara, Giovanni Sartori, Francesco Bilancia, Tullio De Mauro, Umberto Eco, Renzo Piano e Claudio Abbado. La raccolta delle 500mila firme necessaria partirà la prossima settimana e deve essere completata entro settembre.

«L'attuale legge rappresenta la peggiore di tutte le possibili soluzioni» e «poiché il Parlamento non ha saputo riformarla né è presumibile possa farlo nell'attuale situazione politica il Comitato promotore ha deciso di depositare i quesiti in Cassazione dando concreto inizio all'iter referendario».

«Un positivo risultato dei referendum che proponiamo vedrebbe la Camera eletta con metodo proporzionale, senza premio di maggioranza e con una soglia di sbarramento al 4% - viene spiegato dai promotori -. Gli eletti non sarebbero più nominati dai segretari partito ma scelti tra i candidati attraverso la preferenza unica». Il Senato verrebbe eletto su base regionale con metodo proporzionale, senza premio di maggioranza in collegi uninominali, con una soglia di sbarramento determinata dall'ampiezza delle Circoscrizioni.

La soluzione proposta però ha subito suscitato polemiche e le critiche di Mario Segni, che guidò le bataglie referendarie dei primi anni '90. «Il referendum Passigli è il ritorno alla peggiore partitocrazia - ha detto - al periodo più squallido della prima Repubblica, ai governi fatti e disfatti dai partiti alla spalle dei cittadini».

«Il Porcellum è una legge che merita di essere abrogata, non dimentichiamo che venne imposta nel 2005 per depotenziare la legge Mattarella che era stato frutto sia pure distorto del referendum del 1993. il Porcellum, però, va abrogato per andare avanti e non per tornare indietro, anzi il risultato di questo strambo referendum sarebbe peggio ancora della legge elettorale della Prima Repubblica perché ci ritroveremmo con una legge elettorale proporzionale senza la facoltà di scelta dei cittadini nè per i governo né per i candidati», ha dichiarato invece il costituzionalista Augusto Barbera.