Nel silenzio e nella disinformazione più totale, il Parlamento dei nominati e delle compravendite di voti sta per approvare una grave manomissione della Carta Costituzionale.
L'ultimo atto è previsto per mercoledì 11 aprile, quando il Senato voterà, in seconda deliberazione, una modifica simile a quella che altri Paesi stanno intraprendendo e contro la quale 5 premi Nobel per l'economia hanno rivolto, proprio in questi giorni, un accorato appello al Presidente Obama per chiedere che non venga inserito nella Costituzione il "vincolo di pareggio del bilancio".

 
I cinque economisti (Kenneth Arrow - 1972, Robert Solow - 1987, William Sharpe - 1990, Eric Maskin - 2007, Peter Diamond - 2010) sono convinti che non c'è alcuna necessità di dotare le Costituzioni di una camicia di forza economica. Segnalano, piuttosto, che un tetto rigido della spesa pubblica potrebbe peggiorare le cose ed avrebbe effetti perversi in caso di recessione.
Ma se per altri paesi la recessione è solo un pericolo alle porte, così non può dirsi per l'Italia che, secondo quanto previsto dall'ISTAT e dalla gran parte degli osservatori economici, continuerà ad avere un andamento negativo per tutto il 2012.
E' in questo quadro, pertanto, che nel disinteresse (interessato?) dei media, delle forze politiche e delle principali forze sindacali, si sta consumando un vero e proprio scippo di democrazia.
Nel caso, infatti, si dovesse nuovamente realizzare la maggioranza bulgara con la quale la modifica è già stata votata due volta alla Camera ed una al Senato, non vi sarà la possibilità di chiedere il Referendum confermativo:
"Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti. (art. 138 Cost.)"
Per questo motivo, tanto più che non può essere ritenuto tollerabile che il Parlamento del Porcellum possa modificare la Costituzione senza dare voce ai cittadini, è quanto mai urgente rilanciare gli appelli per chiedere ai parlamentari più sensibili ai valori democratici un voto tecnico di astensione, in numero sufficiente per evitare l'approvazione della modifica costituzionale con la maggioranza dei due terzi.
Per dare maggiore risalto a questa richiesta, l'11 aprile è stato indetto un sit-in avanti al Senato a partire dalle ore 16.00.
 
Consentite alle cittadine e ai cittadini di pronunciarsi!

scheda

 
Gli indirizzi e-mail delle Senatrici e dei Senatori può essere trovato a partire da questa pagina del sito del Senato: http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Attsen/Sena.html

L'appello dell'Associazione per la democrazia costituzionale