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Purtroppo, di nuovo in evidenza: Stop Racism
È tempo di spending review e di sacrifici, ma di dove vanno a finire i soldi che la RAI spende per finanziare la realizzazione di film e fiction, non importa nulla a nessuno.
 “Un prodotto girato all’estero”, è la denunzia portata avanti dal Coordinamento Lavoratori Industria Audiovisivo (CLIC), “porta lavoro e ricchezza al di fuori dell’Italia, e se questi soldi provengono dalla RAI, i contribuenti oltre al canone pagheranno maggiori tasse per compensare il minor gettito fiscale, i mancati contributi dei lavoratori e anche per non avere ricevuto alcun beneficio in termini di ‘economia generata’.”

Impressionante la stima del danno economico ad esempio arrecato dalla decisione di girare in Argentina la fiction “Terra Ribelle”.
2.160.000 euro di mancato reddito per i lavoratori e un meno 2.103.156 euro di mancate forniture.
A fronte di questi numeri finiti nell’economia di un altro paese, l’inevitabile segno meno anche per quanto riguarda le mancate entrate per l’erario: -1.975.824 euro.

Altrettanto impressionante il lungo elenco dei prodotti che, come “Terra ribelle”, sono stati del tutto o in parte realizzati all’estero:
“Paura d’amare” (Serbia), “David Copperfield” (Rep Ceca), “Scusate il disturbo” (Argentina), “Di Vittorio” (Bulgaria), “Sui tuoi passi” (Berlino), “Un caso di coscienza 4” (Bulgaria), ”S. Agostino” (Tunisia), “Lo scandalo del Banco Romano” (Serbia), “Zodiaco 2” (Praga), “Mi ricordo Anna Frank” (Ungheria), “Paura di amare 1” (Belgrado), “Dietro il corsetto”, “Commissario Nardone” (Serbia), “Il segreto dell'acqua”, “Un pugno e un bacio” (Argentina), “Tutti i padri di Maria” (Argentina), “Il Restauratore” (Serbia), “Il generale della Rovere” (Sofia Bulgaria), “Anita” (Portogallo+Bulgaria), “Olimpiadi nascoste”, “Maria” (Tunisia), “Santa Barbara” (Tunisia), “K2” (Austria).

Per cercare di porre al centro dell’attenzione anche questo mal utilizzo di risorse pubbliche, che il sito kometarossa.it sta peraltro denunciando da anni, il Coordinamento ha avviato una raccolta di firme al fine di sensibilizzare il Parlamento sulla questione, chiedendo che si intervenga affinché i prodotti finanziati dalla RAI vengano realizzati in Italia.
È possibile firmare in rete all’indirizzo http://www.petizionionline.it/petizione/altri-sprechi-pubblici-che-non-saprai/7261, oppure direttamente presso il presidio informativo che per tre giorni sarà presente, 12-13-14 giugno dalle 10.00 alle 14.00, sotto gli uffici RAI di Viale Mazzini.