Siamo oltre la tassonometria classica indicata dalla teoria delle organizzazioni partitiche, pensiamo al partito dei notabili, il partito cartello, il partito-azienda.
Probabilmente dalla “politica frattale” siamo passati al “partito frattale”.
Non v'è dubbio che la parola crisi sia entrata violentemente nei nostri pensieri così come nella nostra vita materiale e quotidiana. E non v'è dubbio che tale termine sia stato rinforzato grandemente non solo attraverso le azioni di governo ma anche con un rimbombo particolarmente assordante da parte dei media.
Un esempio calzante è quello rappresentato dal termine “spread”, termine tecnico del quale nessuno aveva mai sentito parlare fatti salvi i pochi che della finanza hanno fatto un mestiere, ma che improvvisamente diventa il perno delle conversazioni al bar o allo stadio, sull'ascensore piuttosto che dal panettiere, e di come sia -nell'immaginario popolare- diventato il termometro unico col quale misurare il nostro possibile benessere.
Non c’è soltanto la cosiddetta “antipolitica”, rappresentato dallo spauracchio “Movimento 5 Stelle” in circolazione all’interno del sistema politico italiano. Si avverte anche la presenza della “Antidemocrazia” e non soltanto per via dell’essersi costituita la sezione italiana dei nazisti di Alba Dorata che, in Grecia, hanno già ottenuto rilevanti successi elettorali: un fatto, questo, che non pare aver avuto ancora il rilievo che meritava e soprattutto non pare aver suscitato, tra gli antifascisti, l’allarme che pure avrebbe dovuto essere lanciato per tempo. L’Antidemocrazia che ritengo, però, ancor più pericolosa e della quale tenterò di occuparmi in quest’occasione può essere accostata a quella espressa, nell’indicazione gramsciana del “sovversivismo delle classi dirigenti”.
Programma approvato dall'Assemblea "Comitato promotore No Monty Day", 15-12-2012
Le prossime elezioni hanno già dei vincitori: sono lo spread e il fiscal compact, il pareggio di bilancio e l’austerità, il massacro dei diritti sociali, civili e del lavoro; insomma l’Agenda Monti.
Il nostro sistema costituzionale è di tipo parlamentare, ma la legge elettorale realizza il suo esatto contrario. È questo il motivo per il quale la critica alle primarie portata avanti oggi da Grillo è fuori luogo, in quanto non contesta la violazione determinata dalla legge elettorale. Anzi, ora guai a rivedere il premio di maggioranza per chi prende più voti.
Sembra sia nato un popolo - lentamente ma per adesso inesorabilmente - che indossa e interpreta il ruolo di consumatore di eventi, a cui è chiesta una opinione, uno “schierarsi” spesso manicheo (pensiamo al “Berlusconi e anti-Berlusconi”, ed oggi “Monti-anti-Monti”), relegato però ad un ruolo estremamente passivo.
21-07-2012 Gianni Ferrara su ilmanifesto.it La discussione sul conflitto di attribuzione sollevato dal Presidente della Repubblica nei confronti della Procura di Palermo, è di indubbia rilevanza. Lo è in sé. Lo è per lo sconcerto che potrebbe aver determinato nell'opinione pubblica. La Magistratura, la Presidenza della Repubblica e la Corte costituzionale si sono poste come argini alla devastazione dello stato di diritto programmata e perpetrata da un Presidente del consiglio e da maggioranze di governo che per quasi un ventennio hanno usato il potere pubblico per fini privati, i poteri legali per fini illegali. Il timore della rottura di questa triade della garanzia dei diritti e degli equilibri costituzionali è spiegabile. Ma, per fortuna, è infondato. I costituzionalisti intervenuti concordi su questo e su altri giornali lo hanno dimostrato. C'è qualche ulteriore motivazione.
Il ricordo del 25 Luglio 1943, che proponiamo in quest’occasione da uno specifico punto di vista, non può essere riservato semplicemente alla narrazione dei fatti che portarono alla caduta del fascismo, attraverso quella che generalmente viene ricordata come "una congiura di palazzo". Appare importante, proprio in questa fase di vero e proprio "sfrangiamento" del nostro sistema politico, valutare anche i fatti di quel giorno fatidico alla luce di quanto accaduto nei successivi fondamentali passaggi dell'8 Settembre 1943 e del 25 Aprile 1945 sotto l'aspetto del dibattito e delle relative scelte che si svilupparono e furono adottate in funzione della costruzione/ricostruzione della democrazia in Italia.
Questo perché la Consulta ha sostanzialmente affermato che un referendum non può essere posto nel nulla o vanificato l’effetto utile, "senza che si sia determinato, successivamente all’abrogazione, alcun mutamento né del quadro politico, né delle circostanze di fatto, tale da giustificare un simile effetto".
In altre parole, se si fosse nel frattempo andati a nuove elezioni, quindi mutamento del quadro politico a seguito di voto popolare, con ogni probabilità la Consulta si sarebbe espressa diversamente.
La Giunta del IV Municipio di Roma, centrodestra, ha da poco aderito ad Arcipelago SCEC, la "solidarietà che cammina", con tanto di striscione appeso sulla facciata del Municipio. Per chi non ne ha sentito parlare, gli SCEC sono una sorta di buono locale che può essere utilizzato presso i negozi che aderiscono all'iniziativa e che consente di ottenere uno sconto che può arrivare al 30%. Questo "sconto" può poi però essere a sua volta riutilizzato da chi ha offerto lo sconto, di qui, quindi, alcune perplessità circa le conseguenze derivanti dall'affermarsi di un simile meccanismo di sconti.
In nome delle politiche di austerità e di liberalizzazione del mercato del lavoro volute dall’UE, il governo di ‘impegno nazionale’ cancellando l’articolo 18 realizza ciò che fu impedito al governo Berlusconi. Il disegno di legge Monti-Fornero nega il diritto alla reintegra in caso di licenziamento illegittimo, e completa la restaurazione di un regime autoritario nelle fabbriche e negli uffici. La Costituzione, 42 anni fa, con lo Statuto dei diritti entrava nei luoghi di lavoro, oggi ne verrebbe ricacciata.