Alla Camera il centrosinistra con il 29,5% dei voti ha preso il 55% dei seggi, quasi il doppio
Al Tar già sollevata la questione di incostituzionalità
 di Cesare Maffi
Il porcellum è incostituzionale? Molti ritengono che la legge n. 270 del 21 dicembre 2005 messa a punto dall'allora ministro delle riforme Roberto Calderoli lo sia, almeno in un punto fondamentale: l'assegnazione dei premi di maggioranza (unico e nazionale, alla camera; diciassette e regionali, al senato) senza la fissazione di un quorum percentuale da superare.
Dalla loro gli avversari del porcellum vantano un richiamo della Corte Costituzionale, nella sentenza n.15 del 2008.
Esprimendosi su una proposta referendaria, e quindi non potendo fornire una sorta di giudizio anticipato d'incostituzionalità, il giudice delle leggi asserì di sentire il «dovere di segnalare al Parlamento l'esigenza di considerare con attenzione gli aspetti problematici di una legislazione che non subordina l'attribuzione del premio di maggioranza al raggiungimento di una soglia minima di voti e/o di seggi». In effetti, il fatto che sia sufficiente, a una lista o a una coalizione, arrivare in prima posizione per aggiudicarsi un premio di maggioranza ha prodotto risultati abnormi in queste elezioni. Alla Camera il centro-sinistra, col 29,5%, ha ottenuto il 55% dei seggi: un dovizioso premio superiore al 25%. Si noti che il dibattito, in sede di riforma elettorale, girava pure intorno alla soglia minima, spaziando da un po' più del 30% al 35% al 40% al 42%, ma nessuno postulava mai che si potesse scendere sotto il 30%.
Quanto alle circoscrizioni del Senato, in due regioni la coalizione vincente è rimasta sotto il 30%: il centro-sinistra in Piemonte e il centro-destra in Abruzzo. Fra il 30% e il 35%, poi, abbondano le regioni con maggioranze dell'uno o dell'altro schieramento.
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