Che la legge elettorale fosse incostituzionale era fatto notorio. La Corte lo aveva già segnalato in tre diverse pronunce, mentre ben due presidenti della Consulta (prima Franco Gallo, poi Gaetano Silvestri) avevano anticipato l’orientamento dei giudici costituzionali con chiarezza, in sedi anche ufficiali.
La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme della legge n. 270/2005 che prevedono l’assegnazione di un premio di maggioranza – sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica – alla lista o alla coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno, alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a ciascuna Regione. La Corte ha altresì dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali “bloccate”, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza.
«Le nuove norme su copyright e pirateria online sono incostituzionali, violando l'articolo 21 sulla libertà d'espressione». Frank La Rue, rappresentante dell'Onu in visita ufficiale in Italia, non usa mezzi termini nella sua relazione al Governo. «Sbaglia qualunque Stato che deleghi questi temi a un'autorità amministrativa. Deve essere invece il Parlamento a occuparsene, perché è la sola istituzione che può occuparsi di aspetti riguardanti la libertà di espressione», ha detto oggi in una conferenza stampa presso le Nazioni Unite.
Finanziamento pubblico ad partitum, questa, in sintesi, la discussione in Parlamento sull'abolizione del finanziamento pubblico alla politica.
Con l'aumento dei tetti delle erogazioni liberali, 200.000 e 300.000 euro, c'è da scommetterci che aumenteranno anche i tetti delle agevolazioni fiscali per i "donatori".
In altre parole, soldi di tutti che serviranno per finanziare in maniera mirata quei partiti che potranno contare sulla generosità dei ricchi donatori.
Il Tar ha accolto le motivazioni dei ricorrenti. Dal Pirellone: siamo tranquilli
Il tribunale si è espresso sull’elettorale adottato dalla Lombardia (il cosiddetto Lombardellum)
Il Tar della Lombardia ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Felice Besostri (con Claudio Tani e Emilio Zecca) e sostenuto da un certo numero di esponenti politici della sinistra milanese. Il tribunale amministrativo ha dichiarato che sono da considerarsi le eccezioni di costituzionalità sollevate in merito al sistema elettorale adottato dalla Lombardia (il cosiddetto Lombardellum). In pratica il primo grado della giustizia amministrativa ha dato ragione ai ricorrenti rimandando però la decisione finale alla Corte Costituzionale.