COMUNICATO DEL GRUPPO DI VOLPEDO - Chi difende il “PORCELLUM” nelle urne?
Se abbiamo questa legge elettorale di sospetta costituzionalità dal 2008 (sentenze n. 15 e 16 Corte Costituzionale) la responsabilità istituzionale è del Parlamento e quella politica di PD e PdL e per ignavia del Presidente del Consiglio Monti: soltanto il Presidente Napolitano si salva per le sue ripetute esortazioni a cambiare la legge. Sarebbe però sbagliato -sottolinea il Gruppo di Volpedo- non sottolineare le responsabilità della magistratura.
Era già successo con il ricorso presentato 5 anni fa da tre avvocati: mentre in pubblico l'allora Ministro dell'Interno Amato criticava duramente il criterio di assegnazione del premio di maggioranza, dichiarando che la Legge Acerbo era meglio del Porcellum, nelle segrete stanze dava però mandato all'Avvocatura dello Stato di intervenire contro chi stava ricorrendo per esigere il rispetto di un principio sin troppo banale: tutte le leggi dello Stato, ma soprattutto la legge elettorale, debbono poter essere sottoposte all'esame di costituzionalità laddove si evidenzino palesi elementi di contrasto con la Costituzione (si veda La legge elettorale può violare la Costituzione? L'incredibile caso del "Dottor Amato e Mister Hide").
Oggi come allora, anche il Governo Monti è intervenuto nelle segrete stanze per affermare il principio che nessuno può e deve interferire con i voleri della Casta.
L’Avv. Felice Besostri ha presentato atto di intervento ad adiuvandum nel ricorso contro il Porcellum promosso dall’elettore Franco Ragusa e per il quale il Tar del Lazio ha fissato udienza per il 29 gennaio 2013 (R.G. 651/2013).
Nell’atto di intervento (vedi PDF) l’Avv. Besostri richiama l’attenzione del Collegio, oltre che sull’attribuzione di un premio di maggioranza sino al raggiungimento del 55% dei seggi senza la previsione di una soglia minima di voti e/o di seggi da dover conseguire, su altre norme e/o parti della legge elettorale che violano gli articoli della Costituzione richiamati dal ricorrente principale e che potrebbero essere sollevate d’ufficio con remissione alla Corte Costituzionale affinché si pronunci.
Non ho nessun dubbio, sia sul piano teorico che giuridico, infatti, sulla incostituzionalità di questo sistema elettorale, che pone su piani diversi (su un piano quantitativo, che diventa persino iniquamente qualitativo) il voto stesso dei cittadini, distorcendo gravemente l'impianto costituzionale della rappresentanza della sovranità popolare.
Tutti contro il Porcellum, tutti a lamentare questo o quel difetto, ma poco o nulla si sa del ricorso intentato presso il TAR del Lazio dal curatore del sito Riforme Istituzionali, Franco Ragusa.
Costretti, quindi, più per dovere verso “il capo” che per la voglia di metterci la faccia, abbiamo deciso di intervistarlo noi.
Riforme: Allora Ragusa, il Tar del Lazio ha fissato l’udienza per il 29 gennaio. Nonostante i molti tentativi per sollecitare un po’ di attenzione, nessuno ne parla. Non è che forse sì, non c’è molto di cui parlare?
F. Ragusa: Probabilmente sì, forse si tratta di un tentativo così sconclusionato che neanche vale la pena di perderci un minuto.
È però curioso che non si trovi il tempo per interrogarsi ed informare su quelle che sono le domande alle quali, attraverso questo ricorso, si sta cercando di trovare una risposta.