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Purtroppo, di nuovo in evidenza: Stop Racism

Sig. Presidente del Consiglio Matteo Renzi,
so già che la tedierò con una problema a lei sicuramente noto, ma dato che anche il suo Governo non ha fatto nulla al riguardo, mi permetto di riproporlo di nuovo: se non sei un lavoratore dipendente, non solo hai poco accesso al credito, ma di questi tempi non puoi neanche richiedere una carta di credito; come è anche forte il rischio che quelle già possedute ti vengano ritirate, e questo anche se si è sempre stati buoni pagatori e con redditi non trascurabili.
Parlo con cognizione di causa in quanto sì, faccio parte della schiera dei lavoratori non dipendenti, o meglio, sono uno dei tantissimi lavoratori sì dipendenti, ma con contratti a tempo, anche del tipo mordi e fuggi.
Va avanti così da trentanni e, dato che alla fine dell'anno i conti riescono a tornare, viste le condizioni generali del Paese, ho molti meno motivi di altri per lamentarmi.
Senonché...


Un bel giorno mi arriva una telefonata dalla sezione carte della Barclays che mi comunica la decisione unilaterale di ritirare la carta di credito che possedevo da diversi anni. Trattandosi di una revolving, mi si dà tempo 3 mesi per saldare il non poco debito accumulato.
Lasciando da parte le ovvie considerazioni circa la poca correttezza di una simile decisione unilaterale e con tempi così ristretti, restituito tutto il dovuto mi pongo la più ovvia delle domande: a cosa diavolo serve un rapporto bancario che non offre una carta di credito, non dico revolving, ma a saldo totale il mese successivo?
Per chi, come il sottoscritto, per l'appunto lavora con contratti a termine, raramente nel luogo di residenza, vi è spesso la necessità di affrontare spese impreviste ed anche impegnative, per cui le carte di credito, meglio se più di una, sono a dir poco indispensabili.
Telefono quindi al servizio Personal Banking (e sì, nel frattempo, sempre con decisione unilaterale, il mio rapporto bancario è stato spostato dall'agenzia fisica vicino casa a remoto) per richiedere una carta di credito del tipo classico.
Sorpresa delle sorprese, la Barclays in effetti ha una carta di credito da offrire ai propri clienti, peccato che per ottenerla vi sia da soddisfare una condizione insuperabile per la stragrande maggioranza della popolazione lavorativa italiana: dimostrare di essere lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato.
Mi sono quindi permesso di ricordare all'operatore che viviamo in Italia, il Paese che soltanto ieri l'altro ha approvato il jobs act, per cui, a breve, si diventerà precari anche ad essere lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato.
Inutile poi ricordare allo stesso l'entità delle movimentazioni bancarie effettuate annualmente e che, fortunatamente, i miei redditi annuali sono normalmente di gran lunga superiori a quanto richiesto dalla banca come altro requisito minimo: 18.000 euro l'anno.

Per concludere, Sig. Presidente del Consiglio, mi chiedo e le chiedo, sarebbe troppo fissare dei requisiti minimi per poter esercitare un'attività come quella bancaria?
Requisiti minimi che non farebbero altro che prendere atto della realtà di un Paese nel quale l'economia stenta a camminare non per colpa dell'art. 18, bensì proprio per l'esatto contrario. In assenza di quelle garanzie di non precarietà che ormai in pochi possono offrire, serve a poco anche poter dimostrare solidità economica: non viene neanche aperta la pratica che potrebbe verificarlo.
Requisiti minimi anche perché, dimenticavo, come ha giustamente fatto notare l'operatore di fronte alle mie rimostranze e l'intenzione di chiudere il conto, non è che altrove, per le nuove emissioni di carte di credito, potrebbe andar meglio.

Distinti saluti
Franco Ragusa