L'emendamento Monti sulla cosiddetta "Ici alla Chiesa", peraltro su pressione di una procedura di infrazione dell'UE, da quanto dichiarato non farebbe altro che definire meglio i confini tra ciò che è e che continuerebbe a rimanere esente, e ciò che non è esente. La Chiesa, come i partiti, i sindacati, le associazioni no-profit, è esentata dal pagamento per le proprietà adibite al culto o alle attività no-profit. Per questo tipo di locali non cambierebbe però nulla.
L’approvazione dell’emendamento sulla responsabilità civile dei magistrati rappresenta un momento della battaglia portata avanti da anni dal centro-destra contro l’autonomia, l’indipendenza e la terzietà della Magistratura.
Conferenza Stampa. Il Comitato No Debito martedì 14 febbraio illustrerà ai mezzi di informazione le proprie proposte e il calendario delle iniziative nelle prossime settimane. Il movimento No Debito, esteso ormai su quasi tutto il territorio nazionale con propri comitati locali, ha avviato il suo percorso il 1 ottobre dello scorso anno con una partecipatissima assemblea al Teatro Ambra Jovinelli. Non pagamento del debito, nazionalizzazione delle banche, priorità della democrazia attraverso i referendum contro i Trattati europei e la revisione dell’art.81 della Costituzione, sono gli assi principali della piattaforma articolata su cinque punti che il Comitato No Debito si è dato in questi mesi.
FRANCO ASTENGO – GIOVANNI BURZIO (per l’evento: ANPI SAVONA “Adotta un articolo della Costituzione”)
ARTICOLO 49 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA “I PARTITI POLITICI ITALIANI TRA COSTITUENTE E TANGENTOPOLI (1945-1992)”
L’articolo 49 della Costituzione Italiana recita testualmente. “Tutti i cittadini hanno diritto ad associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Questo lavoro, nel dipanare un itinerario di carattere “storico” al riguardo della vita dei partiti in Italia, tende a evidenziarne la centralità e l’importanza, ripercorrendo i tratti fondamentali della vicenda italiana nel periodo dalla Liberazione all’implosione del sistema all’inizio degli anni’90 del secolo scorso e tentando anche di descrivere la collocazione politica, la struttura organizzativa, la posizione nella società dei soggetti organizzati più importanti presenti sullo scenario del sistema politico italiano di quel periodo che il prof. Sartori ha definito come di “multipartitismo polarizzato”.
È ineccepibile la declaratoria dell'inammissibilità dei referendum sulla legge elettorale vigente da parte della Corte costituzionale. Ineccepibile perché l'accoglimento avrebbe procurato un vuoto normativo incolmabile nell'ordinamento costituzionale. Avrebbe colpito al cuore il Parlamento privandolo della possibilità di rieleggerne i suoi componenti per un tempo indefinito, quello della approvazione di una nuova legge elettorale. La democrazia italiana sarebbe stata privata della certezza di disporre, in ogni momento, dello strumento che ne possa consentire la sopravvivenza. Se il porcellum la distorce, la soffoca, la comprime mutilandola, il referendum proposto per … abolirlo (?) la avrebbe ibernata.
Bisogna riconoscere a Ernesto Galli Della Loggia il pregio della chiarezza. E una radicale insofferenza per la democrazia. Nel suo editoriale di oggi, sul non proprio secondario Corriere della sera, prende atto di un avvenuto cambiamento nella forma di governo e indica la via per renderlo irreversibile. Una sortita che coivolge contemporaneamente il piano istituzionale (e costituzionale), la cultura politica in questo paese e i rapporti tra società e politica. Insomma, i fondamentali.
di Angelo Panebianco Domani la Corte costituzionale comincerà a discutere (la sentenza è attesa in settimana) sull’ammissibilità del referendum elettorale. È un referendum che ha lo scopo di abrogare l’attuale legge e di ripristinare quella precedentemente in vigore, vale a dire il sistema maggioritario, con collegi uninominali, corretto da una quota proporzionale, con cui abbiamo votato in tre elezioni generali: 1994, 1996, 2001. Clicca qui per proseguire la lettura su il corriere.it
Carissimi di Articolo 21, visto il vostro impegno a sostegno del Referendum Parisi-Morrone, non si può non rivolgervi una domanda: a che serve un referendum che sponsorizza una legge elettorale che non serve agli elettori, in quanto Mattarellum e Porcellum sono due identiche porcate?
(commento in coda all'articolo a cura di Riforme Istituzionali) Sull’anti-Porcellum alla Consulta non tutti i giochi sono chiusi: ne parliamo con l’“avvocato” del comitato - di Rudy Francesco Calvo, europaquotidiano.it
«L’obiettivo del comitato è che si tolga definitivamente di mezzo il Porcellum. Se l’ammissibilità del referendum potrà servire da stimolo al legislatore per approvare una nuova legge elettorale, noi saremo soddisfatti».
«E' un paradosso assurdo, da voi in Europa - si infervora Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’Economia 2001 - una ironia della storia. Non lo vede? I governi hanno contratto molti debiti per salvare il sistema finanziario, le banche centrali tengono i tassi bassi per aiutarlo a riprendersi oltre che per favorire la ripresa. E la grande finanza che cosa fa? Usa i bassi tassi di interesse per speculare contro i governi indebitati. Riescono a far denaro sul disastro che loro stessi hanno creato».