“Tutti hanno eguale diritto di accedere alla Rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale”. E’ il testo di un disegno di legge costituzionale presentato lo scorso novembre e che reca “disposizioni volte al riconoscimento del diritto di accesso al web”. Un articolo21-bis della Costituzione che estenderebbe a Internet il principio della libertà di espressione espresso dal 21° articolo della nostra Carta.
Di Gianni Ferrara - liberazione.it Stanno emergendo segni promettenti di riscossa popolare. Non ci si rassegna più, ci si oppone alla strategia distruttiva di socialità, solidarietà, diritti, che il capitale globale, da venti anni e più, ha scatenato per annientare le conquiste di civiltà prodotte dal movimento operaio nel secolo scorso. Ne è prova la resistenza al dominio padronale degli operai di Pomigliano e di Mirafiori, lo rivelano i risultati delle elezioni di maggio e dei referendum del 12-13 scorso. Il “no” al centro-destra nelle amministrazioni locali e il “sì” ai beni comuni dell’acqua, della sicurezza ambientale, dell’eguaglianza dinnanzi alla legge si ispirano agli stessi principi, concorrono agli stessi obiettivi. Si aggiunge ora l’iniziativa referendaria sulle leggi per l’elezione della Camera e del Senato.
Iniziativa che Riforme Istituzionali auspicava e che ovviamente condivide, ma che ritiene parziale a causa del mancato intervento sulle soglie di sbarramento. Anche sul piano dei tempi, ritrovarsi a raccogliere 500.000 firme nel periodo estivo ...
Da Il Messaggero - Via alla raccolta di firme per tre nuovi referendum elettorali. Dopo il successo di domenica scorsa su acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento, l'obiettivo dei tre nuovi quesiti presentati dal neocostituito Comitato promotore con lo slogan "Io firmo. Riprendiamoci il voto" è quello di eliminare il cosiddetto "Porcellum", la legge elettorale attuale studiata dalla mente di Roberto Calderoli. L'attuale sistema elettorale prevede infatti liste bloccate che impediscono ai cittadini di scegliere i candidati da mandare in Parlamento. I referendari vogliono poi cancellare il premio di maggioranza e l'indicazione del candidato premier e fissare una soglia di sbarramento unica al 4%.
Domenica 12 e lunedì 13 giugno 2011 i cittadini italiani saranno chiamati al voto per esprimersi su quattro referendum popolari per l'abrogazione di disposizioni di leggi statali.
Le denominazioni sintetiche, formulate dall’Ufficio centrale per il referendum costituito presso la Corte Suprema di Cassazione, in relazione a ciascuno dei quattro quesiti referendari dichiarati ammissibili, sono:
Messe ormai in naftalina le divise da sceriffo, i sindaci si leccano le ferite e guardano al dopo-Consulta. La sentenza del 7 aprile, che ha ridimensionato i poteri dei
ROMA - Mentre dal Senato parte la nuova offensiva del Pdl contro i giudici («il Guardasigilli mandi gli ispettori alla Procura di Milano per assumere azioni disciplinari contro i pm»,
Repubblica.it - Lectio magistralis a Pistoia del presidente della Corte Costituzionale. "Carta sopra tutti, anche del premier". "Sono i cittadini a doverla difendere". "La sua rigidità garantisce la libertà". "Si può cambiare, non peggiorare"
preso atto che in materia di media-conciliazione, il Governo, attraverso la presentazione di un maxiemendamento, ha sostanzialmente impedito al Parlamento di approvare, in sede di conversione in legge del decreto cd. milleproroghe un emendamento (già approvato all'unanimità dalle Commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato con il parere favorevole della Commissione Giustizia) che rinviava di un anno l'entrata in vigore del D.Lgs. n. 28/2010 e del Regolamento attuativo D.M. n. 180/2010;
Testo integrale della lettera che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al Presidente del Senato, Renato Schifani, al Presidente della Camera, Gianfranco Fini, e al Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi.