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La costituzionalizzazione del vincolo al pareggio di bilancio e la fissazione di un limite costituzionale alla spesa pubblica
Lettera appello di un gruppo di professori universitari
La gravità della situazione è ben nota e sono ben note le sollecitazioni provenienti dall’Europa per il risanamento della finanza pubblica. In questo contesto si assiste al moltiplicarsi delle iniziative legislative, più o meno tecnicamente attrezzate e praticabili, volte a porvi rimedio. L’obbiettivo di rassicurare in questo modo i mercati può essere di per sé condivisibile, anche se rimane qualche perplessità circa l’efficacia delle soluzioni normative prospettate. Gravi dubbi, più che perplessità, suscita l’idea di utilizzare addirittura la Carta costituzionale, non solo per affermare un principio sacrosanto quale è quello della “equità intergenerazionale”, ma anche per l’introduzione di regole che, a parte ogni altra considerazione, sono intrinsecamente legate a situazioni storiche comunque contingenti, da superare, e che quindi non debbono avere quel carattere di stabilità che è l’elemento fondante di ogni norma costituzionale.
In questi mesi si sono confrontate sottotraccia idee e strategie molto diverse per arrivare a modificare la attuale legge elettorale. Di seguito i 6 atti principali di una probabilissima "tragedia".
di Michele Pizzolato
1 INIZIAMO BENE! PASSIGLI PRESENTA REFERENDUM PER PREFERENZE E PROPORZIONALE. Passigli riporta il tema della riforma legge elettorale al centro del dibattito; ci riesce proponendo un referendum che, con brillante tecnica abrogativa, implica una nuova legge elettorale proporzionale con soglia di sbarramento al 4%. Una legge elettorale eccellente che annullerebbe il mostruoso premio di maggioranza della legge Calderoli e permetterebbe di trovare un adeguato equilibrio fra rappresentatività e governabilità. Al Comitato Promotore aderiscono numerosissime personalità serie quali: Giovanni Sartori, Tullio De Mauro, Gianni Ferrara, Claudio Abbado, Dacia Maraini, Renzo Piano, Inge Feltrinelli, Margherita Hack, Benedetta Tobagi, Umberto Ambrosoli... si parte alla grande!
Legittimo volerlo cambiare, ma illecito raccontar balle
di Marco Ottanelli
Essere contrari alla legge elettorale attualmente in vigore, conosciuta come "Calderoli" o meglio "Porcellum, preferirne un'altra, ed in particolare la legge precendente, quella uninominale detta "Mattarellum", è una legittima posizione in democrazia.
Tenendo conto, poi, che le leggi elettorali NON servono in alcun modo a determinare nè la qualità della classe dirigente nè la sua coerenza con le promesse elettorali e gli elettori (Mastella, tanto per dirne uno tra i molti, fu eletto con il proporzionale con preferenze, con il Mattarellum e con il Porcellum, indistintamente, ed ogni volta passò da una parte all'altra degli schieramenti), non solo è legittimo, ma è anche talmente inutile che dovremmo ignorare con molta sufficienza quanto accade in queste settimane di raccolta di firme per un referendum abrogativo (sostenuto da molte forze politiche) che tende appunto ad abrogare il Porcellum e ripristinare, hic et nunc, il vecchio Mattarellum.
C’è un falso nell’attività pubblica che il codice penale ignora. È il falso nella comunicazione politica. Ha da sempre influito sulla vita politica italiana ma col berlusconismo la ha pervasa. Ora però da fonte diversa se ne sta praticando uno gravissimo di falsi a danno della fede pubblica, degli elettori, della democrazia italiana. A commetterlo sono i promotori dei referendum elettorali che strombazzano la loro avversione al porcellum ma mirano a restaurare il .. fratello gemello: il mattarellum.
Forum democrazia - giustizia - diritti di SEL Firenze, 7 settembre 2011
Lo strumento del referendum fa paura alla classe politica attuale, senza distinzione di colore. Gli ultimi referendum che abbiamo voluto e votato, ad esempio, sono stati ostacolati in tutti i modi. Ci hanno provato abolendo l'election day, poi hanno provato ad approvare una legge (che fingeva di rinunciare al nucleare) per farlo saltare. Infine quando ci siamo espressi in massa il 12 e 13 giugno contro l'assoggettamento dei beni comuni alle logiche di mercato, hanno lavorato coi peggiori azzeccagarbugli per aggirare la volontà popolare (inserendo norme illegittime all'interno della manovra finanziaria, o interpretando in maniera restrittiva il concetto di servizio pubblico, come ha fatto il sindaco di Firenze, che ha annunciato un piano di privatizzazione dei servizi molto spinto).
L'ultima tecnica per contrastare la volontà popolare e mantenere lo status quo è quella di proporre referendum concorrenti sulla stessa materia. E' quello che sta accadendo con il referendum chiamato "anti-porcellum": sono nate due iniziative referendarie per cercare di superare, contro la volontà della maggioranza parlamentare, l'attuale legge elettorale voluta da Calderoli e Berlusconi nel 2005 (legge n. 270/05), ma procedono senza il minimo coordinamento e con obiettivi contrastanti.
E’ da più di un anno che in Italia cresce un movimento di lotta diffuso. Dagli operai di Pomigliano e Mirafiori agli studenti, ai precari della conoscenza, a coloro che lottano per la casa, alla mobilitazione delle donne, al popolo dell’acqua bene comune, ai movimenti civili e democratici contro la corruzione e il berlusconismo, una vasta e convinta mobilitazione ha cominciato a cambiare le cose. E’ andato in crisi totalmente il blocco sociale e politico e l’egemonia culturale che ha sostenuto i governi di destra e di Berlusconi. La schiacciante vittoria del sì ai referendum è stata la sanzione di questo processo e ha mostrato che la domanda di cambiamento sociale, democrazia e di un nuovo modello di sviluppo economico, ha raggiunto la maggioranza del Paese. A questo punto la risposta del palazzo è stata di chiusura totale. Mentre si aggrava e si attorciglia su se stessa la crisi della destra e del suo governo, il centrosinistra non propone reali alternative e così le risposte date ai movimenti sono tutte di segno negativo e restauratore. In Val Susa un’occupazione militare senza precedenti, sostenuta da gran parte del centrodestra come del centrosinistra, ha risposto alle legittime rivendicazioni democratiche delle popolazioni. Le principali confederazioni sindacali e la Confindustria hanno sottoscritto un accordo che riduce drasticamente i diritti e le libertà dei lavoratori, colpisce il contratto nazionale, rappresenta un’esplicita sconfessione delle lotte di questi mesi e in particolare di quelle della Fiom e dei sindacati di base. Infine le cosiddette “parti sociali” chiedono un patto per la crescita, che riproponga la stangata del 1992. Si riducono sempre di più gli spazi democratici e così la devastante manovra economica decisa dal governo sull’onda della speculazione internazionale, è stata imposta e votata come uno stato di necessità.
... appare mal formulata la domanda troppo secca, riproposta con insistenza nel dibattito politico: “Può il Capo dello Stato sciogliere le Camere contro la volontà del Governo?”. Essa tende a non considerare la complessità costituzionale della scelta di interrompere il corso della legislatura, che non può dipendere né dal volere assoluto del Presidente, né può essere impedita in ogni caso dal potere di veto del Governo. Vai all'articolo