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Purtroppo, di nuovo in evidenza: Stop Racism
Sottoscrivo integralmente lo spirito dell'appello per la riforma della legge elettorale diffuso dall'Associazione per la Democrazia Costituzionale.
Continuo tuttavia ad essere convinto che una ragionevole quota di "maggioritario" possa favorire la stabilità del Governo senza penalizzare la rappresentatività del Parlamento. Penso che tutti gli oppositori del Porcellum, di ispirazione bipolare e no, dovrebbero comunque cominciare a discutere francamente fra loro per trovare una linea comune su un accettabile bilanciamento fra maggioritario e proporzionale. Senza un alto compromesso su questo punto il Porcellum vivrà in eterno, così come Berlusconi fortemente vuole.

Occorre tuttavia che tutti i difensori della Costituzione, e soprattutto coloro che guardano con attenzione al "sistema tedesco" come all'unico sistema con rappresentanza prevalentemente proporzionale che funziona in un grande paese occidentale, pongano un'attenzione molto maggiore di quanto fatto fino ad oggi ad alcuni meccanismi fondamentali che caratterizzano tale "sistema".
Questi meccanismi sono:
- "certificazione" democratica dei partiti con legge dello Stato, ovvero l'applicazione rigorosa del citato art. 49 della Costituzione;
- forte quota di eletti in collegi uninominali, pur con adeguate correzioni proporzionali della rappresentanza globale;
- assegnazione condivisa della candidatura a Cancelliere al capo del partito di maggioranza relativa;
- abolizione della "sfiducia al buio" e sua sostituzione con la "sfiducia costruttiva" (un Cancelliere si manda via solo nominandone un altro);
- assegnazione al Primo Ministro / Cancelliere del compito di nominare e di sostituire i ministri (nei limiti di una verifica sulla "dignità" degli stessi).
I primi tre punti sarebbero immediatamente applicabili con legge ordinaria.
Senza questi punti fermi il rischio che si ritorni ad una situazione istituzionale da quarta repubblica francese rimane molto alto. Soprattutto, senza una visione globale di tutti questi aspetti istituzionali la discussione sulla legge elettorale rischia di rimanere un elemento di divisione fra "partiti" piuttosto che di unione fra Cittadini fedeli alla Costituzone.
Auspico fortemente che il dibattito su questa rivista coinvolga maggiormente chi aveva a suo tempo visto in Mario Segni un elemento positivo nell'evoluzione istituzionale del Paese.
Con apprezzamento per lo stimolante dibattito in corso

Mauro Silingardi
 

 
Caro Silingardi,
la questione è molto semplice: c'è qualcuno che, in questi anni, ha spinto verso meccanismi elettorali in grado di condizionare la libera scelta degli elettori e, soprattutto, in grado di ridurre drasticamente il pluralismo. Il tutto spiegandoci che vi è la necessità di garantire la governabilità e che, favola delle favole, è soltanto attraverso la logica maggioritaria che è possibile rispettare la volontà degli elettori.
Se non si esce da questo schema, ampiamente sostenuto e favorito dal PD e dalle varie sigle che l'hanno preceduto e che ha portato il Paese al bassissimo livello che è sotto gli occhi di tutti, è evidente che non può esservi alcuna possibilità d'incontro. Perché c'è un problema di sostanza che non può essere risolto, semplicemente, con l'idea che qualsiasi soluzione sarebbe comunque meglio del Porcellum.
Cambiare per arrivare dove?
Per avere qualcosa che, nella sostanza, riproduce il medesimo meccanismo per il quale abbiamo già avuto modo di subire i meccanismi di conta del Mattarellum? Un Porcellum sotto altre vesta?
Da elettore, francamente, mi viene da chiedere soltanto una cosa: che il mio voto conti come quello degli altri.
Dopo di che, con un Parlamento che rispecchi la pluralità degli elettori, può avere senso parlare di come garantire la governabilità con meccanismi quali anche la sfiducia costruttiva.

Con i più cordiali saluti

Franco Ragusa